giovedì, 17 Ottobre 2024

Lavoro, si cambia: la tendenza è il ritorno in ufficio

Sommario

C’è voluto il Covid-19 per far attecchire in Italia un’abitudine poco diffusa come lo smart working. Alla fine del 2019 erano 1,15 milioni i dipendenti che lavoravano da casa, secondo una ricerca condotta da Randstad. L’anno dopo risultavano quasi raddoppiati quelli che operavano in tale modalità un giorno a settimana (2,8 milioni). Un esercito di smart workers, poi assestatosi sui 3,585 milioni di soggetti nel 2023, secondo l’analisi dell’Osservatorio Smart working del Politecnico di Milano. Un incremento superiore al 540% rispetto all’era pre-pandemia. Ma la sbornia del lavoro da casa sembra essere conclusa.

Lavoro ibrido (ma sempre più in presenza)

Il lavoro ibrido è ormai la normalità per aziende e lavoratori. Lo ha adottato, afferma la Hays Italia Salary Guide 2024, circa il 68% delle aziende intervistate. Solo il 31% prevede che il lavoro si svolga interamente in ufficio, e l’1% solo da casa. Nel frattempo però le richieste da parte delle aziende stanno invertendo la rotta. L’obiettivo è far rientrare in ufficio i dipendenti, se non per tutta la settimana, la maggior parte dei giorni.

I primi segnali in controtendenza

Le offerte di lavoro completamente da remoto erano il 22% nell’aprile 2022 per poi restringersi di un terzo (8%) a dicembre 2023, secondo quanto rilevato da LinkedIn. I primi segnali di un’insofferenza verso lo smart working erano arrivati dall’estero. Ad aprire la strada dei dietrofront era stata proprio la piattaforma Zoom, chiedendo ai lavoratori a luglio scorso di presenziare almeno due giorni a settimana. Poi Amazon e Disney, che a loro volta avevano ridotto i giorni di lavoro a distanza. Lo stesso per i colossi del digitale, da Google a Meta, tutti per un rientro in sede di almeno tre giorni a settimana.

Cosa è successo dopo il 1° aprile

In Italia lo scorso primo aprile è terminata per il settore privato la proroga per l’utilizzo in automatico dello smart working per lavoratori fragili o con figli under 14. Tradotto, significa che si torna sotto la regolamentazione della legge 81/2017, per cui il lavoro da remoto cessa di essere un diritto: chi lo vuole dovrà negoziare un accordo con il proprio datore di lavoro. Lo stesso era accaduto nella pubblica amministrazione, ma a dicembre 2023. Sopravviverà il lavoro da remoto? O resterà un ricordo della pandemia?

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📸 Credits: Canva

Giornalista professionista, classe 1981, di Roma. Fin da piccola con la passione per il giornalismo, dopo la laurea in Giurisprudenza e qualche esperienza all’estero ho cominciato a scrivere. All’inizio di cinema e spettacoli, poi di temi economici, legati in particolare al mondo del lavoro. Settore di cui mi occupo principalmente per Il Bollettino.