giovedì, 17 Ottobre 2024

Rifiuti preziosi: l’export della differenziata vale 1,5 miliardi di euro

Sommario
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La spazzatura è una fonte di reddito e non un problema. Il valore dei rifiuti ben differenziati non è solo ambientale, ma crea business. Il suo volume d’affari in Europa negli ultimi 20 anni è cresciuto del 74%. Le ottime performance del settore saranno ulteriormente potenziate nel corso della transizione ecologica in atto. A fungere da traino sono le buone abitudini al riciclo sempre più diffuse tra le famiglie del Vecchio Continente.

Rifiuti, il valore delle materie prime riciclabili

Nel 2023 l’Europa ha esportato 39,3 milioni di tonnellate di materie prime riciclabili per un valore totale di 20 miliardi e mezzo di euro. E ne ha speso quasi 26 miliardi di euro per importarne 39,8 milioni di tonnellate: quantità in calo dell’8,6% rispetto al 2004 (dati Eurostat). Si tratta di rifiuti, rottami e sottoprodotti che invece di finire in discarica e inquinare vengono trattati e reimmessi nell’economia. Il nostro Paese segue la tendenza comunitaria. Sono 3 milioni e mezzo di tonnellate quelle importate con un costo di oltre 3 miliardi e 116 milioni di euro. Nel frattempo però siamo riusciti a venderne all’estero 3,1 milioni di tonnellate incassando 1 miliardo e mezzo di euro.

I rifiuti più gettonati

Il materiale maggiormente richiesto all’esterno dei confini europei è il metallo. Rappresenta infatti oltre la metà delle esportazioni UE di materie prime riciclabili: il 54%, 21 milioni di tonnellate per un incasso di circa 15 miliardi di euro. Un commercio sostenibile al quale partecipa l’Italia contribuendo con la vendita di una quota di 1 miliardo e 40 milioni di euro. Nella pole position dei rifiuti più gettonati appaiono carta e cartone che occupano il 18% dell’export totale con 7 milioni di tonnellate, per entrate pari a 860 milioni euro. Meno di un quarto di questi introiti, circa 200 milioni di euro provengono dalla raccolta differenziata tricolore. Al terzo posto con una quota dell’11% c’è l’organico con 2 miliardi e mezzo di euro investiti da Paesi esteri per l’acquisto dall’Europa di 4,5 tonnellate di scarti di origine animale e vegetale. Oltre 94 milioni di euro di tali incassi sono prodotti dall’Italia.

Quali rifiuti acquistiamo all’estero

Nel 2023 il 61% di rifiuti che abbiamo importato dall’estero è rappresentato dall’organico con 24,4 milioni di tonnellate che hanno varcato i confini europei. Una spesa di quasi 11 miliardi di euro, con oltre 900 milioni di euro di materie prime riciclabili biologiche acquistate dall’Italia. A seguire le categorie più voluminose nell’import della differenziata sono quella dei metalli nella misura del 14% (5,4 milioni di tonnellate) e dei minerali 13% (5 milioni di tonnellate). I maggiori fornitori di materiali da avviare al riciclo in Europa sono il Brasile con 9,7 milioni di tonnellate, l’Argentina con 4,5 milioni di tonnellate, il Regno Unito con 3,5 milioni di tonnellate e l’Ucraina con 2,5 milioni di tonnellate. Ciò dimostra come differenziare i rifiuti convenga anche sul piano economico. ©

📸 Credits: Canva

Giornalista professionista appassionata di geopolitica. Per Il Bollettino mi occupo di economia e sviluppo sostenibile. Dal 2005 ho lavorato per radio, web tv, quotidiani, settimanali e testate on line. Dopo la laurea magistrale in Giornalismo e Cultura Editoriale, ho studiato arabo giornalistico in Marocco. Ho collaborato a realizzare in Saharawi il documentario La sabbia negli occhi e alla stesura della seconda edizione del Libro – inchiesta sulla Statale 106. Chi è Stato?