mercoledì, 16 Ottobre 2024

Anche il mondo crypto ha bisogno di consulenza

DiAndrea Porcelli

15 Giugno 2024
Sommario
crypto

Insieme all’interesse per gli asset digitali, cresce l’esigenza di supporto da parte del cliente

Cresce la popolarità di Crypto come Bitcoin ed Ethereum e con essa l’interesse da parte degli investitori. Ma con una regolamentazione ancora  in divenire e una conoscenza relativamente scarsa da parte del pubblico, cercare consulenti specializzati in questo ambito per navigare le complessità di questi asset digitali viene naturale. Non a caso, nel nostro Paese la consulenza finanziaria nel settore delle criptovalute guadagna terreno.

Angeloni, Athena SCF: «Non è da escludere che in futuro emergano figure specializzate nel settore»

Sono diverse le piattaforme che offrono assistenza personalizzata a privati e imprenditori, con un approccio basato su strategie di investimento sicure e sostenibili, oltre a un’educazione approfondita sulla sicurezza delle criptovalute e la scelta dei wallet più affidabili. Questo tipo di consulenza mira a ridurre i rischi, un aspetto cruciale, dato l’alto tasso di volatilità e potenziali occasioni di frode nel settore. «Le criptovalute offrono nuove opportunità di investimento, oltre che di diversificazione e correlazione del portafoglio, tanto per gli investitori individuali quanto per quelli istituzionali, ma al tempo stesso obbligano il consulente a dover aggiornare le proprie competenze per comprendere e consigliare questa asset class», dice Filippo Angeloni, Amministratore Delegato di Athena SCF, società di consulenza finanziaria indipendente.

L’impatto delle crypto nel mondo della consulenza finanziaria

In che modo la nascita delle criptovalute ha influenzato il mondo della consulenza finanziaria tradizionale?

«Ha avuto un impatto significativo, anche se non radicale. Essenzialmente, è emersa dal nulla una nuova asset class, con i suoi punti di forza e di debolezza. Personalmente mi piace considerare le asset class come dei mattoncini con i quali costruire portafogli finanziari per raggiungere determinati obiettivi. Ora i consulenti hanno a loro disposizione un mattoncino in più: un pezzo estremamente interessante, ma anche complesso allo stesso tempo. Maggiore scelta a livello di strumenti implica anche la necessità di dedicare più tempo alla formazione e all’aggiornamento. L’avvento delle criptovalute e la loro legittimazione da parte della finanza tradizionale hanno anche stimolato l’adozione di nuove tecnologie e strumenti di analisi nel processo di consulenza. Ad esempio, molti consulenti o società di consulenza si sono dovuti dotare di software di gestione dei portafogli in grado di gestire asset digitali. Inoltre, l’elevata complessità di questa asset class, che spazia in più ambiti di competenza, ha imposto di stringere collaborazioni con altre categorie professionali, come tecnici specializzati in criptovalute, legali e fiscalisti. In futuro, non è da escludere l’emergere di consulenti finanziari specializzati esclusivamente in Crypto».

I consulenti finanziari nel mondo crypto sono in aumento

Quanti consulenti finanziari si appoggiano già agli asset Crypto?

«In Italia temo siano molto pochi, anche perché manca ancora la conoscenza di questi asset. Non ho numeri precisi, ma se nel 2017 si contavano sulle dita di una mano, ad oggi se dovessi scommettere direi siano nell’ordine di un centinaio. Detto questo, va precisato che il numero è costantemente in crescita. È da tenere presente che è solo da quest’anno che nei corsi annuali obbligatori per i consulenti finanziari vi è un modulo della durata di un’ora e mezza sulle criptovalute e uno della stessa durata sulla “finanza e il metaverso”. I consulenti dovranno quindi formarsi e dare un esame su questa nuova tipologia di investimenti. Credo quindi che il trend non farà altro che proseguire. Di sicuro qualcosa è cambiato con l’emissione degli ETC/ETN europei su Bitcoin e Crypto, che un consulente abilitato può raccomandare, e con l’approvazione degli ETF spot americani, quest’ultimi più difficili da raccomandare perché qui in Italia sono riservati a clientela professionale, non retail».

Cosa c’è da sapere per investire in crypto

Quali competenze specifiche deve avere un consulente finanziario per consigliare efficacemente sui Crypto asset?

«Esistono sia aspetti tecnici sia aspetti di consulenza tradizionale. Per quanto riguarda i primi, di sicuro il consulente dovrebbe avere una buona comprensione della Blockchain, delle tipologie di criptovalute, delle stablecoin, dei rischi insiti in questo settore e di come funzionano gli exchange. Inoltre, dovrebbe possedere ottime conoscenze in tema di wallet e sicurezza. Il modo più veloce ed efficace per apprendere tutto questo è mettere le mani in pasta, avere quello che si chiama in gergo “skin in the game”.

Lato consulenza tradizionale, il consulente dovrebbe essere in grado di analizzare il Mercato, i vari progetti, valutare il rischio, diversificare il portafoglio, e conoscere almeno a grandi linee gli aspetti legali e fiscali di questo asset. Dovrebbe anche essere capace di educare finanziariamente il cliente, spiegando chiaramente i rischi e i benefici degli investimenti in criptovalute. Infine, è fondamentale possedere conoscenze di finanza comportamentale, per aiutare i clienti a prendere decisioni informate e a evitare scelte emotive o impulsive. La lista è lunga: purtroppo non è alla portata di tutti».

L’evoluzione legislativa a materia crypto

Come vede l’evoluzione della legislazione in materia di criptovalute e come questa influenza il lavoro dei consulenti finanziari?

«Con il crescere dell’interesse e dell’adozione delle criptovalute, stiamo assistendo ad un’intensificazione della regolamentazione di settore. Questo, a mio avviso, è sempre stato qualcosa di inevitabile. Per me era solo questione di tempo, e così è stato. La regolamentazione sta già avendo un impatto significativo. Se nel 2017 il settore Crypto era il totale “far west” ora non è più così, il Mercato è cambiato ed è molto più maturo.

Come la vedo personalmente? Da un lato, una regolamentazione chiara sicuramente può contribuire a stabilizzare il Mercato e a legittimarlo in un certo senso agli occhi della finanza tradizionale, dall’altro lato sono un libertario, non amo vedere governi e istituzioni limitare o proibire il diritto alla privacy o alla libertà finanziaria giustificandosi con la classica scusa della lotta al riciclaggio di denaro. Per i consulenti finanziari, l’evoluzione della regolamentazione rappresenta una sfida e un’opportunità insieme. Certo, devono rimanere aggiornati su normative in continuo cambiamento, ma una regolamentazione più solida e chiara offre l’opportunità di integrare le criptovalute nei portafogli dei loro clienti con maggiore sicurezza e fiducia».

Le crypto nei portafogli tradizionali

In che modo integrare le Crypto nei portafogli di investimento tradizionali?

«Spesso si tende a presentare Bitcoin come il nuovo oro digitale da detenere in autonomia tramite self-custody e considerando le altre criptovalute come una asset class a sé stante. Tuttavia, quando parliamo di integrazione delle criptovalute nei portafogli di investimento tradizionali, è fondamentale tenere conto della loro natura unica e del loro potenziale di crescita. Noi vediamo Bitcoin e le Crypto come una nuova categoria di investimenti che può offrire opportunità di diversificazione e rendimenti asimmetrici. I consulenti di solito riservano alle Crypto un’allocazione compresa tra l’1% e il 5% del portafoglio. Questa percentuale consente di sfruttare il potenziale di crescita esponenziale delle criptovalute senza esporsi eccessivamente alla loro volatilità. In questo modo, si possono aumentare i rendimenti complessivi del portafoglio e, paradossalmente, ridurre i rischi.

Una modalità efficace per fare questo è attraverso l’uso del modello core-satellite. In questo approccio, la parte “core” del portafoglio è composta da investimenti stabili e a lungo termine, come azioni e obbligazioni, mentre le criptovalute fungono da “satellite”. Questo permette agli investitori di beneficiare del potenziale di alto rendimento delle criptovalute mantenendo una base solida e meno volatile. Uno dei metodi più pratici per implementare le criptovalute nei portafogli di investimento tradizionali è tramite ETC (Exchange Traded Commodity) ed ETN (Exchange Traded Note) europei che replicano l’andamento di singoli Crypto asset o di un paniere di criptovalute. Questi strumenti offrono un accesso regolamentato e sicuro alle criptovalute, senza la necessità per il cliente di gestirle direttamente. Inoltre, alcuni consulenti ricorrono a soluzioni di custodia come CheckSig per garantire una gestione sicura degli asset digitali».

La reazione dei clienti

Come reagiscono i clienti quando si parla di investimenti in criptovalute?

«Chi ci contatta è spesso già propenso a investire in questi prodotti, in quanto parliamo regolarmente di questi temi sui nostri canali social e siamo specializzati in questo settore. Tuttavia, se una persona arriva da noi tramite referenze e senza conoscerci, la reazione può variare in base all’età o, più specificamente, alla generazione di appartenenza. Tra le persone sotto i sessanta anni, appartenenti quindi alla generazione X e alle generazioni successive, quasi il 90% è aperto alla possibilità di investire in criptovalute, avendone già sentito parlare ed essendo molto interessato. Al contrario, tra le persone sopra i sessanta anni, prevalentemente appartenenti alla generazione dei “baby boomers”, riscontriamo un tasso di scetticismo che sfiora il 99%».

Qual è la sua visione sul futuro delle criptovalute nel contesto della consulenza finanziaria?

«Credo che le prospettive siano decisamente positive e piene di potenziale. Le criptovalute, anche grazie all’approvazione degli ETF spot americani, stanno finalmente diventando un asset class riconosciuta e rispettata nel panorama finanziario globale. Credo che nel prossimo futuro vedremo una maggiore allocazione percentuale delle criptovalute nei portafogli di investimento tradizionali. Inoltre, in futuro i consulenti finanziari inizieranno a consigliare di detenere liquidità in stablecoin tramite unhosted wallet, evitando quindi di passare attraverso gli istituti di credito. Immagino anche che i consulenti inizieranno a consigliare piattaforme e strategie del settore DeFi.

Per riagganciarci a quanto detto precedentemente, la consulenza dovrà adattarsi a questa evoluzione, acquisendo competenze specifiche. Questo sarà essenziale per fornire ai clienti consigli di investimento efficaci. Lo ripeto, le criptovalute possono offrire opportunità uniche di diversificazione e rendimenti, ma è fondamentale che gli investitori comprendano i rischi associati e ricevano una consulenza adeguata a gestirli».

Quanto è fondamentale l’educazione finanziaria

Insomma, l’educazione finanziaria è fondamentale

«Certo. Personalmente, credo molto nella sua importanza. Per i consulenti finanziari inizialmente i corsi erano frequentati principalmente dagli autonomi o indipendenti, ma ora vediamo un crescente interesse anche da parte dei promotori abilitati all’offerta fuori sede. Quanto ai clienti, offriamo formazione gratuita sulle criptovalute. Per chi è interessato a investire in questa asset class sul Mercato spot, l’educazione finanziaria è essenziale per evitare truffe e furti, che purtroppo sono all’ordine del giorno. Ad ogni modo, chiunque desideri investire dovrebbe formarsi adeguatamente per evitare ingenti perdite di capitale».

Integrazione con le Istituzioni

Vede possibilità di integrazione  con gli attori finanziari tradizionali, come le banche e le istituzioni finanziarie?

«Assolutamente sì. Già stiamo assistendo a vari segnali di questa convergenza. In primo luogo, diversi incumbent stanno iniziando a esplorare e adottare la tecnologia Blockchain per cercare di migliorare l’efficienza e la sicurezza delle loro operazioni. Tuttavia, personalmente ritengo che questa tecnologia non possa essere veramente utile alle banche in tal senso: non è la panacea per tutti i mali del mondo. In aggiunta a questo aspetto, alcuni istituti di credito stanno iniziando a offrire servizi come la compravendita, la custodia di asset digitali e la gestione di portafogli in criptovalute per i loro clienti. Spesso questa nuova offerta avviene tramite partnership con realtà già presenti e specializzate in questo settore.

Questo è un chiaro segnale che le criptovalute stanno ottenendo una sorta di accettazione nel mondo finanziario. Un altro sviluppo interessante è l’emergere delle “stablecoin”, valute il cui prezzo è ancorato ad asset tradizionali come il dollaro americano, mentre le Banche Centrali esplorano le CBDC (Central Bank Digital Currencies). Queste possono fungere da ponte con il sistema finanziario tradizionale, facilitando le transazioni e riducendo la volatilità tipica delle criptovalute. La forma di integrazione più interessante che vedo è però la tokenizzazione delle security. Questo processo permette di rappresentare digitalmente asset tradizionali, come azioni o obbligazioni, sulla Blockchain, migliorando la liquidità e l’accessibilità di questi strumenti finanziari. Potrebbe rivoluzionare il modo in cui vengono gestiti e scambiati gli asset finanziari, offrendo maggiore trasparenza ed efficienza».           ©

Andrea Porcelli

Imparare cose nuove e poi diffondere: è questo il mio obiettivo. Proprio questo mi ha portato ad approfondire il mondo del web3, della finanza digitalizzata e delle crypto. Per il Bollettino mi occupo di raccontare una realtà ancora poco conosciuta in Italia, ma con un grande potenziale.