sabato, 19 Aprile 2025

Lotta al Gender gap: l’Italia perde posizioni nella classifica mondiale

Sommario

Brutte notizie dal Global Gender gap index 2024 (redatto dal World economic forum, che misura annualmente lo stato e l’evoluzione della parità di genere in 4 dimensioni chiave: partecipazione e opportunità economiche, livello di istruzione, salute e sopravvivenza ed emancipazione politica). Dopo tante chiacchiere e promesse sulla riduzione delle differenze di genere, l’Italia scivola verso il fondo della classifica mondiale. Chi c’è prima di noi? tra gli altri Namibia, Moldavia, Mozambico, Burundi e Sierra Leone.

A soffrire di più il Gender gap sono le donne che vogliono far carriera nelle professioni legate al mondo dell’economia e della finanza, oltre che in politica. Per non parlare della disparità in tutte le posizioni di management.  Le diseguaglianze di genere in termini di stipendio e partecipazione al mercato del lavoro si riflettono anche nell’accesso al credito e nella propensione all’indebitamento. Mediamente, le donne tendono a contrarre meno debiti degli uomini (22mila euro contro 26mila di media): perché? Solo merito di una migliore pianificazione? Non proprio: più di una donna su quattro, infatti, guadagna meno di mille euro al mese; fra queste, circa il 20% è fra 500 e 1.000 euro. Difficile quindi con questi importi pensare di acquistare qualcosa e di ottenere mutui o finanziamenti.

Le Regioni più indebitate

La disparità si accentua quando i redditi aumentano: solo il 23,7% delle indebitate guadagna tra 1.500 e 2.500 euro al mese, contro il 45,8% degli uomini (fonte Osservatorio sull’indebitamento femminile di Bravo). L’84% ha più di 40 anni, 1 su 3 ha tra i 50 e 59 anni. Ma quali sono le Regioni dove le donne fanno più debiti? Lombardia (17,1%), Lazio (12,9%) e Piemonte (9,6%). Seguono Emilia-Romagna (8,1%), Toscana (7%), Veneto (6,7%) e Sicilia (6,2%). Al contrario, la Valle d’Aosta ha la percentuale più bassa, con solo lo 0,32% di donne con debiti.

Più lavoro part time

Le donne svolgono più ore di lavoro non retribuito, (il 30% contro l’8% degli uomini) prendendosi cura dei bambini o badando ai lavori domestici. Le donne sono inoltre più propense ad avere interruzioni di carriera: soprattutto a causa della cura e dalle responsabilità familiari (fonte Parlamento Europeo).

Più donne nei settori a bassa retribuzione

Il 24% circa del divario retributivo di genere totale, può essere spiegato con una sovra-rappresentanza di donne in settori relativamente a basso salario come l’assistenza, la sanità e l’istruzione.

Le donne occupano meno posizioni dirigenziali: nel 2020 erano un terzo (34%) dei dirigenti nell’UE anche se sono quasi la metà dei dipendenti. Se guardiamo al divario tra le diverse professioni, le donne manager sono le più svantaggiate: guadagnano il 23% in meno all’ora rispetto ai colleghi.

La buona notizia

Ma una buona notizia c’è: donne e uomini hanno pari possibilità di accesso agli strumenti finanziari. Curioso però non trovare riferimenti alle materie STEM, quelle tecnologico-scientifiche, tallone d’Achille per le giovani del nostro Paese. Torna a essere quindi fondamentale l’educazione finanziaria, per questo ne parliamo ogni giorno con un linguaggio semplice e diretto, in modo che i contenuti siano per tutti. Avere una buona conoscenza di come gestire i propri soldi ci mette al riparo da una delle forme più subdole di violenza: quella finanziaria. ©

Direttore de il Bollettino dal 2020, giornalista dal 1998. Genovese, appassionata di musica e di scrittura, mi sono occupata di attualità, politica ed economia per radio, tv e carta stampata. Inclusa per il terzo anno consecutivo tra le 1.000 donne italiane più attente al settore innovativo, ho l’onore di guidare un giornale storico, del quale ho fatto un completo restyling e ho fondato il sito e la webtv.