mercoledì, 16 Ottobre 2024

Holiday workers: ecco chi non stacca la spina nemmeno in vacanza

lavoro vacanza holiday work

Il 9,7% dei vacanzieri occupati lavora. Come mai? L’holiday worker unisce vacanza e lavoro. Per scelta o (spesso) perché non ha altra scelta. Ma un lato positivo c’è: intervenendo da remoto dai luoghi di villeggiatura continua a essere produttivo e trascorrere più tempo con famiglia o amici. Il fenomeno, definito workation, si è diffuso tra le più disparate categorie di lavoratori a partire dalla pandemia da Covid-19 (dati ISTAT).

Chi sono gli holiday workers

A non staccare la spina sono soprattutto gli autonomi e gli operatori della “conoscenza”. Nella maggior parte dei casi, lavoratori operanti nei settori assicurativo, finanziario, del marketing, dei servizi di informazione e comunicazione. Prima della pandemia tra le fila degli holiday workers c’erano tanti liberi professionisti. E oggi?

Sono più donne o uomini?

Le donne che lavorano a distanza anche in periodi di ferie sono l’8,8%. La nuova tendenza tra i turisti coinvolge però maggiormente gli uomini che sono il 10,4%. Sempre più diffusa, la workation, sembrerebbe aprire i margini a un settore viaggi dedicato con servizi pensati per chi ha bisogno di uffici mobili. Un business che guarda a un ventaglio di potenziali clienti disponibili a spendere pur di poter mantenere alte le proprie performance e non avere sorprese con wi-fi ballerine.

Che lavoro fanno

Telelavoro, smart working, lavoro agile sono più diffusi tra i residenti nelle regioni del Nord-ovest d’Italia: il 12,1% rispetto al 5,5% del Sud. Gli holiday workers alle dipendenza di un titolare sono la metà dei lavoratori autonomi: 7,7% contro il 16,5%. Un turista su tre che dichiara di essere stato impegnato nella propria attività professionale durante le vacanze appartiene al gruppo dei legislatori, dirigenti e imprenditori (33%). Per loro è raro staccare la spina. ©

📸 Credits: Canva