giovedì, 17 Ottobre 2024

Crypto: è svolta. Dall’Europa arriva la stretta

Sommario
Crypto

Le Crypto non scendono dall’altalena. Nei primi sei mesi del 2024 abbiamo assistito a una parziale ripresa delle valute digitali. Un trend iniziato alla fine dell’anno scorso, quando Bitcoin ed Ethereum hanno fatto registrare rispettivamente +141% e +85% rispetto al precedente (dati da Coinbase). I campioni del 2023 però sono altri: Solana e Avalanche. La prima è salita del 652% rispetto al 2022, sebbene i livelli record del 2021 siano ancora lontani. Avalanche, invece, ha visto un aumento del 253%. Complessivamente, nel 2023 la capitalizzazione delle valute digitali ha superato i 2 miliardi di dollari americani. Un trend positivo favorito dall’approvazione delle normative UE in materia, ma anche dall’emissione di nuovi prodotti finanziari. La recente approvazione del primo ETF dedicato a questa asset class ha creato grande clamore e ha attirato gli investitori nel settore, riducendo la tipica volatilità delle principali valute digitali. Nella prima metà dell’anno Bitcoin è salito del 38% da gennaio, poco meno della rivale immediata Ether, che ha fatto registrare +41%. Un aumento favorito anche dagli investimenti di società finanziarie come Blackrock e VanEck, che puntano a diversificare la loro offerta di ETF e attirare nuovi clienti. Anche le aziende attive nel mining rappresentano un indicatore da non sottovalutare. Ad esempio si stima che quest’anno Bitfarms, società canadese con una capitalizzazione attuale di circa 935 milioni di dollari, vedrà un incremento del fatturato di circa l’80%.

Crypto, il trend si inverte

Tuttavia, dai primi di giugno il trend si è invertito. Nei trenta giorni successivi Bitcoin è calato complessivamente di più del 17% rispetto al mese precedente. Non può sorridere neanche Ether, che nello stesso periodo ha visto un calo simile, confermando la tendenza volatile che ha caratterizzato l’anno scorso. E mentre le Crypto conquistano in particolare i più giovani, sempre più inclini ad acquistare valute digitali, è bene ricordare che la prudenza non è mai troppa. «Nel 2024 gli investimenti in criptovalute hanno mostrato una ripresa significativa», dice Alessandro Fatichi, consulente finanziario e autore del podcast La finanza amichevole disponibile sul nostro sito www.ilbollettino.eu.

Questo recupero è stato alimentato da una serie di fattori, tra cui una maggiore regolamentazione che ha fornito più sicurezza agli investitori, l’adozione crescente della tecnologia Blockchain da parte delle aziende e l’introduzione di nuovi prodotti finanziari legati alle Crypto. Tuttavia ritengo che nonostante la ripresa, sia fondamentale che gli investitori mantengano un approccio prudente, data la continua volatilità e le incertezze del Mercato delle criptovalute». Il settore delle criptovalute resta un Mercato volatile e influenzato da numerosi fattori globali. Per questa ragione, è importante considerare le Crypto come parte di una strategia di investimento mirata ai propri obiettivi, diversificata e condivisa con il proprio consulente. Una scelta ancora più importante se consideriamo che solo il 30% della popolazione italiana possiede un’adeguata alfabetizzazione finanziaria (OCSE). Una percentuale che ci vale il primato di Paese nell’UE con un differenziale di genere evidente in questo settore, sia tra gli adulti sia tra i giovani.

Quali effetti avranno le nuove norme europee sul Mercato delle criptovalute?

«Le nuove norme europee, come il regolamento MiCA (Markets in Crypto-Assets), sono destinate a creare un quadro regolamentare armonizzato per le criptovalute all’interno dell’UE. Queste prevedono maggiore trasparenza, protezione degli investitori e requisiti di conformità per gli operatori del settore. Gli effetti attesi includono una maggiore fiducia da parte degli investitori istituzionali e retail, una riduzione delle attività fraudolente e un Mercato più stabile e prevedibile. Le norme possono favorire l’innovazione, creando un ambiente normativo chiaro in cui le aziende possono operare».

A che punto è la finanza decentralizzata (DeFi) in Italia?

«Nel nostro Paese è ancora in fase emergente, ma sta guadagnando terreno grazie all’interesse crescente per le tecnologie Blockchain e le criptovalute. Le piattaforme DeFi offrono servizi finanziari senza intermediari tradizionali, utilizzando smart contract per eseguire transazioni in modo autonomo e trasparente».

finanza

Quali sono le sue prospettive?

«Il potenziale in Italia è significativo, poiché può aumentare l’inclusione, ridurre i costi di transazione e innovare il settore finanziario. Consideriamo però che per realizzare pienamente questo potenziale, è necessaria una regolamentazione chiara che possa mitigare i rischi associati alla decentralizzazione».

La domanda intorno cui ruota questo libro e il suo podcast è: come semplificare il concetto ostico della finanza per renderlo alla portata di tutti?

«Per semplificare i concetti finanziari, è essenziale utilizzare un approccio narrativo e analogico. Ad esempio, paragonare il bilancio familiare a quello aziendale può aiutare le persone a comprendere meglio come gestire le proprie finanze. Suddividere i concetti complessi in parti più piccole e spiegare ogni parte singolarmente con esempi concreti rende la comprensione maggiormente accessibile. L’utilizzo di strumenti visivi, come grafici e infografiche, può a sua volta facilitare l’apprendimento, rendendo le informazioni più digeribili e meno intimidatorie».

Dove investono di più i giovani?

«Tendono a prediligere settori innovativi, tra cui startup, Crypto e aziende del settore tecnologico. Questo interesse è alimentato dalla loro familiarità con le nuove tecnologie e dalla ricerca di opportunità ad alto rendimento. Vi è una crescente attenzione verso gli investimenti sostenibili e responsabili, con molti giovani che preferiscono sostenere aziende che promuovono pratiche ambientali, sociali e di governance (ESG). Piattaforme di investimento accessibili e intuitive, come le app di trading, hanno reso più facile partecipare ai Mercati finanziari».

Ad aprile il debito pubblico italiano ha raggiunto quasi 2.906 miliardi di euro, rispetto agli oltre 2.894 miliardi di inizio aprile, con un aumento rispetto al mese precedente di circa 10,5 miliardi di euro, un nuovo massimo storico. Rispetto a 12 mesi prima, invece, è cresciuto di circa 91,5 miliardi. Perché è così alto?

«È elevato principalmente a causa di anni di disavanzi di bilancio, spesa pubblica elevata e una crescita economica relativamente bassa. Altri fattori includono i costi per il sistema pensionistico e per il servizio del debito stesso. Le conseguenze di un alto debito pubblico includono maggiori costi di finanziamento, che possono limitare le risorse disponibili per investimenti in infrastrutture e servizi pubblici».

Quali sono le conseguenze di un debito eccessivo?

«Rende l’economia più vulnerabile a crisi finanziarie e può portare a pressioni fiscali più importanti sulle future generazioni».

Parliamo delle opportunità di investimento per i risparmiatori nell’idrogeno, vettore che si candida a diventare protagonista della transizione energetica

«L’idrogeno è considerato un vettore energetico chiave per la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. Le opportunità di investimento nell’idrogeno includono aziende coinvolte nella produzione di idrogeno verde, infrastrutture per il trasporto e lo stoccaggio, e tecnologie per l’uso finale dell’idrogeno, come celle a combustibile. Questi investimenti possono offrire rendimenti interessanti nel lungo termine, poiché l’idrogeno diventa una componente centrale delle strategie energetiche globali. Gli investitori devono, comunque, considerare i rischi associati alle tecnologie emergenti e alle dinamiche di Mercato in evoluzione».

case Crypto

A proposito di transizione, un capitolo del libro è dedicato a tassi e mattone. La direttiva Case Green rischia davvero di essere un salasso per gli italiani?

«La direttiva Case Green impone standard energetici più rigidi per gli edifici, il che può comportare costi significativi per i proprietari di immobili che devono effettuare lavori di ristrutturazione per conformarsi alle nuove norme. Questi costi potrebbero essere elevati, soprattutto per gli edifici più datati. L’Italia sotto questo aspetto è in una situazione non molto buona. Nel lungo termine, gli investimenti in efficienza possono portare a risparmi sui costi energetici e aumentare il valore degli immobili, ma, come detto, a costi decisamente elevati. È cruciale che vengano previsti incentivi fiscali e finanziamenti agevolati per aiutare i proprietari a sostenere questi costi e facilitare la transizione verso edifici più sostenibili. Altrimenti, la vedo decisamente complicata per il nostro Paese e per gli italiani». ©

Articolo tratto dal numero del 15 luglio 2024 de il Bollettino. Abbonati!

Il mio motto è "Scribo ergo sum". Laureato in "Mediazione Linguistica e Interculturale" ed "Editoria e Scrittura" presso La Sapienza, mi sono specializzato in giornalismo d’inchiesta, culturale e scientifico. Per il Bollettino mi occupo di energia e innovazione, i miei cavalli di battaglia, ma scrivo anche di Mercati, spazio e crypto.