mercoledì, 16 Ottobre 2024

Bonus per chi assume, in arrivo una maxi-deduzione al 120%

DiIlaria Mariotti

18 Luglio 2024 ,
Sommario

Ancora una misura diretta a incrementare le assunzioni di lavoratori dipendenti. È entrata in vigore a luglio con il decreto del 27 giugno, emanato in attuazione della riforma Irpef. Prevede quella che tecnicamente si definisce una maggiorazione del costo del lavoro ammesso in deduzione in presenza di nuove assunzioni stabili. Detto in parole semplici, si tratta della possibilità per imprenditori e liberi professionisti di dedurre una quota maggiore del costo del lavoratore e quindi pagare meno imposte. La percentuale è del 120%, ma si sale al 130 nel caso in organico entrino soggetti appartenenti a categorie svantaggiate.

I requisiti per il bonus

Possono beneficiarne titolari di reddito di imposta e liberi professionisti che nel 2024 intendano incrementare il livello occupazionale della propria impresa, a patto che nel 2023 abbiano esercitato la propria attività per almeno 365 giorni. Altro requisito previsto dal decreto è che l’impresa risulti in normale attività. E poi il numero dei dipendenti a tempo indeterminato al termine del 2024 deve superare la quota di chi ha avuto lo stesso contratto l’anno precedente, quindi nel 2023.

Per chi vale la maggiorazione

La deduzione al 120% vale per tutte le assunzioni di personale purché siano con contratti a tempo indeterminato. Si sale poi al 130% nel caso si assumano categorie di lavoratori meritevoli di maggiore tutela. Vale a dire disabili, mamme con almeno due figli, ex percettori di reddito di cittadinanza, donne vittime di violenza e giovani under 30 ammessi agli incentivi all’occupazione.

Perché non è un esonero contributivo

Il bonus assunzioni significa nel concreto, per chi decide di assumere, che la spesa sostenuta per assumere la nuova risorsa sarà portata in deduzione al 120%, e farà calare il montante dell’utile su cui vengono calcolate le imposte. Il fisco riconosce così un costo maggiore rispetto a quello effettivamente sostenuto dal datore di lavoro. Attenzione però: non si tratta di un esonero contributivo, che consiste invece in una riduzione oppure in una eliminazione dei contributi previdenziali a carico del lavoratore.

©

📸 Credits: Canva.com

Giornalista professionista, classe 1981, di Roma. Fin da piccola con la passione per il giornalismo, dopo la laurea in Giurisprudenza e qualche esperienza all’estero ho cominciato a scrivere. All’inizio di cinema e spettacoli, poi di temi economici, legati in particolare al mondo del lavoro. Settore di cui mi occupo principalmente per Il Bollettino.