mercoledì, 16 Ottobre 2024

Economia incerta: cosa succede in Europa e USA?

Sommario

L’economia statunitense continua a incrementare i posti di lavoro, pur con un rapporto di agosto che ha mostrato diversi segnali di indebolimento e una recente direzione di marcia delle assunzioni preoccupante per la crescita. Molti operatori finanziari confidavano nel rapporto sui posti di lavoro di agosto proprio per risolvere il dibattito sull’eventuale allentamento di 25 o 50 punti percentuali da parte della Fed in occasione della riunione politica di settembre. Il mercato del lavoro si è normalizzato e non esercita più pressioni al rialzo sull’inflazione, che non ha ancora raggiunto ancora l’obiettivo del 2%, ma si è stabilizzato al 2,5% con il PCE di luglio. Ciò significa che la Fed non avrebbe più bisogno di adottare una politica così restrittiva.

In un contesto d’incertezza, se da un lato i rischi di un rallentamento economico potrebbero far pensare ad alcuni investitori che aumentare il rischio azionario non sia una buona idea. D’altro canto esistono ancora opportunità in diversi settori, i tassi di interesse in calo infatti potrebbero supportare la sovraperformance in quelli più sensibili ai tassi di interesse.

Le buone performance dei titoli difensivi

Nei dati recenti, ad esempio, solo tre dei settori dell’indice S&P 500 non hanno subito perdite: beni di prima necessità, servizi di pubblica utilità e immobiliare. Mentre altri tradizionalmente difensivi, come la finanza e l’assistenza sanitaria, sono scesi, pur sovraperformando il settore tecnologico di quasi il doppio. I titoli difensivi tendono a essere meno sensibili alle oscillazioni del ciclo economico. Infatti, hanno maggiori possibilità in prospettiva di produrre flussi di cassa più duraturi e ricavi costanti. Considerata la loro ampia portata nel settore difensivo, anche i fondamentali degli emittenti di prestiti obbligazionari rimangono in buona forma, in particolare in Europa.

Perché l’economia europea è “bloccata”?

Le recenti notizie economiche, seppur contrastanti, sono state nel complesso contenute. Il PIL del secondo trimestre è aumentato di un moderato 0,2% trimestre su trimestre, mentre i sondaggi PMI dell’Eurozona sono stati più deboli negli ultimi mesi.

Il contesto economico in Europa è stato ben delineato dalle dichiarazioni dell’ex presidente della BCE Mario Draghi, che esponendo la sua visione per promuoverne la competitività, l’ha definita come un’economia «bloccata», ove persistono «troppe barriere alla commercializzazione delle innovazioni e all’espansione della mappa nell’Unione Europea».

Alcune notizie incoraggianti sul fronte dell’inflazione tuttavia ci sono state, dal momento che quella principale è rallentata al 2,2% anno su anno in agosto e le retribuzioni per dipendente sono rallentate al 4,3% nel secondo trimestre.

La scelta della BCE

Tuttavia, l’inflazione dei servizi rimane rigida, mostrando un guadagno del 4,2% in agosto, il che depone contro tagli dei tassi eccessivamente aggressivi. La BCE potrebbe ancora demandare ogni decisione di riunione in riunione, con le proiezioni economiche che saranno attentamente monitorate.

Nelle sue proiezioni di giugno, la BCE aveva previsto un’inflazione CPI al netto di cibo ed energia al 2,0% nel 2026. Scenario che potrebbe rimanere invariato o forse persino leggermente rivisto al rialzo. Se le indicazioni e le proiezioni della BCE si rivelassero come previsto, convaliderebbero l’ipotesi di un’altra pausa a ottobre prima del prossimo taglio dei tassi a dicembre. © 

Articolo tratto dal numero dell’15 settembre 2024 de il Bollettino. Abbonati!

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