mercoledì, 16 Ottobre 2024

USA ed Europa: gli scenari dopo il taglio dei tassi

Sommario

La Federal Reserve non delude le aspettative e taglia il tasso di riferimento di 50 punti base, portandolo al 4,75%-5,00% dal 5,25%-5,50%. Ma che cosa ha provocato l’annuncio?

Le cause del taglio

Le azioni hanno raggiunto un massimo storico infragiornaliero, l’indice S&P 500 è in rialzo del 20% dall’inizio dell’anno e l’indice di volatilità VIX sta rientrando verso livelli di normalità attestandosi sul 15%. Se il taglio dei tassi d’interesse è importante per i conti di deposito e di risparmio, i certificati di deposito a breve termine e i rendimenti del Mercato monetario, i Mercati obbligazionari avevano già scontato il grande cambiamento in atto di politica monetaria. Ciò significa che anche se la Fed ha ufficialmente dato il via al ciclo di riduzione dei tassi, non si vedranno probabilmente grandi movimenti sui tassi ipotecari.

In effetti, i tassi ipotecari e i rendimenti sulla curva US Treasury a 2 anni erano già scesi di circa 100 punti base rispetto ai massimi dell’anno, mentre i rendimenti dei titoli US Treasury a 10 anni sono rimasti pressoché invariati nelle ultime due settimane. Quando la Fed taglia i tassi al di fuori di una fase di recessione, ci si dovrebbe aspettare una forte performance dei corsi azionari, con la necessaria attenzione in ogni caso per i settori difensivi indipendenti dal ciclo economico e per contro sul settore energia troppo dipendente da fattori esogeni quali il prezzo del petrolio in calo tendenziale in questi ultimi mesi.

Le dichiarazioni

Nella dichiarazione del FOMC, la Fed ha ribadito che l’economia «ha continuato a espandersi a un ritmo solido» e che rimane impegnata a «raggiungere la massima occupazione e un’inflazione al tasso del 2% nel lungo periodo». Tuttavia, la dichiarazione contiene cambiamenti degni di nota rispetto alla dichiarazione precedente per quanto riguarda l’inflazione e il Mercato del lavoro. Il Comitato ha infatti osservato di aver «acquisito una maggiore fiducia nel fatto che l’inflazione si stia muovendo in modo sostenibile verso il 2%». Ciò fa seguito ai dati sull’inflazione di agosto, che hanno mostrato un’inflazione al 2,5%, molto più vicina all’obiettivo del 2% della Fed.

Il comunicato descrive l’aumento dei posti di lavoro come “rallentato” sottolineando che la Fed è ora «fortemente impegnata a sostenere la massima occupazione». Questo fa seguito ai dati sul Mercato del lavoro di agosto, che hanno rivelato che sta rallentando più rapidamente del previsto, ma non si è interrotto.

I dati europei

Anche l’economia dell’Eurozona ha mostrato segni di ripresa nella prima metà di quest’anno, dopo la debolezza dell’attività economica e le condizioni di recessione alla fine del 2023. Il sentimento è migliorato e l’Eurozona è uscita dalla recessione tecnica. Tuttavia, si stanno facendo sempre più evidenti i timidi segnali che indicano che la ripresa sta iniziando a vacillare. I prossimi dati PMI dovrebbero offrire nuove indicazioni sullo stato di salute dell’economia dell’Eurozona e sull’eventuale aumento del rischio di recessione.

Nell’ultima lettura di agosto, il PMI manifatturiero dell’Eurozona è in territorio di contrazione. In effetti, almeno come trend, il PMI del settore manifatturiero rimane in contrazione dal 2021. Sebbene il PMI sia in crescita rispetto al punto di minimo raggiunto a metà del 2023, il settore manifatturiero continua a rappresentare un freno per l’economia generale. Il sentiment dei servizi è più forte e in territorio di espansione; tuttavia, le previsioni di consenso prevedono un calo del PMI dei servizi e di quello manifatturiero a settembre. Con il peggioramento del sentiment, non sarebbe da escludere un’altra recessione nell’Eurozona, soprattutto se la Banca Centrale Europea dovesse agire gradualmente per portare la politica monetaria in una direzione più accomodante.

Infine certamente rimane degna di nota l’osservazione sulla decisione della Banca d’Inghilterra, in contro tendenza, di lasciare i tassi invariati a causa dell’accelerazione dell’inflazione sottostante al 3,6% dal 3,3%, con l’inflazione dei servizi che è stata in particolare alla base dell’aumento. ©

Articolo tratto dal numero dell’1 ottobre 2024 de il Bollettino. Abbonati!

📸 Credits: Canva

Da sempre appassionato di temi finanziari, per Il Bollettino mi occupo principalmente del settore bancario e di esteri. Curo una rubrica video settimanale in cui tratto temi finanziari in formato "pop".