mercoledì, 16 Ottobre 2024

Taglio del cuneo fiscale: sarà rinnovato?

DiIlaria Mariotti

4 Ottobre 2024
Sommario

Diventerà strutturale il taglio del cuneo fiscale? Sì, stando a quanto scritto nel Piano strutturale di bilancio di medio termine appena presentato dal MEF. «Il Governo intende continuare a sostenere la domanda interna e i redditi medio bassi, rendendo strutturali gli effetti del cuneo fiscale in vigore fino alla fine del 2024». La Manovra di fine 2023 aveva infatti introdotto una riduzione del 7% dei contributi previdenziali – e quindi del cuneo fiscale – per i redditi fino a 25mila euro, e del 6% per i redditi fino a 35mila. Una misura inizialmente lanciata dal Governo Draghi, e poi riconfermata – ampliandola – da Meloni.

Più soldi in tasca

Il cuneo fiscale, in estrema sintesi la differenza tra lordo e netto in busta paga, si riduce man mano che crescono i guadagni. L’abbattimento di 7 punti «è applicato mensilmente ai lavoratori la cui retribuzione non supera i 1.923 euro (circa 25mila euro annui considerando tredici mensilità)», si legge nell’audizione dell’Ufficio parlamentare di bilancio dello scorso novembre. Lo sconto «scende al 6% quando questa supera la soglia e fino all’importo di 2.692 euro (circa 35mila euro annui)». Un innalzamento del netto in busta paga che si traduce in circa 1.000-1.100 euro in più all’anno.  

La spesa pubblica sotto stress

I costi per l’Erario sono massicci: 10 miliardi per il solo 2024. Che pesano su conti pubblici già fortemente gravati dal debito pubblico. «Un fardello» lo descrive il Piano strutturale, che «ha spiazzato ogni margine per disegnare politiche pubbliche di sostegno alla crescita negli ultimi decenni». Unica buona notizia è che «tenendo conto della revisione del PIL nominale operata dall’Istat il rapporto debito/PIL a fine 2023 scende al 134,8% dal 137,3% precedentemente stimato».

Il valore tra i più alti al mondo

Almeno fino al 2022 il cuneo fiscale italiano risultava il quinto più alto tra i Paesi dell’area OCSE. Il valore era in media del 45,9% della retribuzione lorda, contro una media pari al 34,6%. Tradotto significa che per ogni 100 euro guadagnati, il reddito effettivamente percepito si fermava a 45 euro. Ma in Francia e in Germania il cuneo è ancora più elevato, salendo rispettivamente a quota 47 e 47,9%.

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📸Credits: Canva

Giornalista professionista, classe 1981, di Roma. Fin da piccola con la passione per il giornalismo, dopo la laurea in Giurisprudenza e qualche esperienza all’estero ho cominciato a scrivere. All’inizio di cinema e spettacoli, poi di temi economici, legati in particolare al mondo del lavoro. Settore di cui mi occupo principalmente per Il Bollettino.