Il Metaverso sta davvero diventando cruciale per il futuro del lavoro, della socialità e dell’intrattenimento? «Il Metaverso creerà non solo nuove opportunità lavorative con l’emergere di figure professionali innovative, ma offrirà anche importanti possibilità di crescita per le aziende che adotteranno questo sistema di comunicazione», dice Fabrizio Maiocco, CEO di Verse.
In che modo?
«Nei prossimi 5-10 anni, il Metaverso cambierà profondamente il nostro modo di vivere e lavorare, trasformando settori come il lavoro a distanza, l’istruzione, l’intrattenimento e la socializzazione. Con l’evoluzione della tecnologia, diventerà un’estensione naturale della nostra realtà, offrendo nuove opportunità per connettersi, collaborare e innovare. Tuttavia, sarà essenziale affrontare le sfide legate alla privacy, alla governance e alla sostenibilità di questi ambienti digitali».
Quali settori ne trarranno maggior beneficio?
«Si stanno per aprire nuove frontiere di interazione e innovazione in molti campi. Dall’intrattenimento all’e-commerce, dalla formazione alla salute, le aziende e i consumatori trarranno grandi vantaggi da questa nuova era digitale. Le esperienze immersive, la decentralizzazione del lavoro e l’evoluzione delle economie digitali spingeranno questi settori verso nuovi modelli di business, creando opportunità per coloro che sapranno adattarsi e innovare in questo spazio emergente».
Quali sono le principali difficoltà incontrate nel portare avanti una Startup italiana in un settore così innovativo?
«Riguardano il reperimento di fondi e finanziatori. Quando ci si presenta e si discute di Metaverso e Blockchain, spesso la prima reazione è associata alla percezione che questo settore sia prevalentemente caratterizzato da truffe, o che il Metaverso e il Web 3.0 siano stati una bolla ormai esplosa e priva di prospettive future. Tuttavia, la sfida più complessa emergerà nel momento in cui dovremo creare il nostro Utility Token, poiché ci confronteremo con la intricata burocrazia italiana e le limitazioni normative imposte dalla Comunità Europea attraverso il regolamento MiCA».
Le difficoltà di una realtà italiana
In un contesto globale in cui il Metaverso è dominato da grandi player internazionali, come si fa a emergere come una piccola realtà italiana?
«Consideriamo come nostri competitor esclusivamente le aziende che operano nell’ambito della Blockchain, ovvero progetti che adottano la filosofia del Web 3.0 e della decentralizzazione. Si tratta di un gruppo ristretto, composto da 3 o 4 compagnie a livello globale, tutte con sede in Paesi dove burocrazia e pressione fiscale sono meno gravose. Tuttavia, siamo convinti che riusciremo a emergere, poiché il nostro obiettivo è di aprire il nostro sistema a un pubblico ampio, evitando di concentrarci su un singolo settore verticale come il gaming, l’intrattenimento o la formazione.
La nostra visione è quella di integrare il Web 2.0 all’interno del nostro Metaverso, consentendo una maggiore interconnessione tra il mondo fisico e quello virtuale. Abbiamo infatti sviluppato un sistema che permette di importare API da siti di e-commerce, post di Instagram e canali YouTube, creando così un’esperienza web immersiva e sociale, dove le persone possono incontrarsi e condividere le proprie idee. Ciò che ci distingue maggiormente dai nostri competitor è la scelta di non vendere terreni o spazi, evitando così fenomeni di speculazione che hanno caratterizzato altri progetti negli ultimi anni.
Nel nostro modello, per le aziende offriamo l’affitto di spazi virtuali, simile a un servizio di hosting, mentre per gli utenti consumer che si registrano forniamo gratuitamente un alloggio virtuale. Questo spazio potrà essere personalizzato nel tempo e utilizzato per incontrarsi con amici e familiari, giocare insieme o guardare un film, favorendo un’interazione sociale autentica e coinvolgente».

La differenza culturale nell’adozione del Metaverso
C’è una differenza culturale nell’adozione del Metaverso tra l’Italia e altri Paesi?
«Sì, esistono distinzioni legate a fattori storici, sociali e tecnologici specifici. L’adozione del Metaverso, così come di altre tecnologie emergenti, non è solo una questione di accesso alla tecnologia, ma anche di mentalità, tradizioni e struttura economica. Anche se l’Italia finora è più cauta nell’abbracciare questa nuova tecnologia, settori come la moda, il turismo e l’artigianato offrono un potenziale unico per acquisire vantaggi competitivi. Inoltre, con il giusto supporto normativo e infrastrutturale, il Paese potrebbe riuscire a capitalizzare sulle sue eccellenze creative e culturali all’interno del Metaverso, creando un modello di adozione che unisca tradizione e innovazione».
Ci sono politiche o incentivi governativi che ne facilitano lo sviluppo?
«L’Italia compie passi avanti nel supporto alle Startup tecnologiche, ma ha ancora margini di miglioramento, soprattutto per quanto riguarda tecnologie emergenti come il Metaverso e la Blockchain. Con una maggiore semplificazione burocratica, investimenti nelle infrastrutture digitali, accesso al capitale di rischio e programmi formativi mirati, potremmo diventare uno hub competitivo a livello europeo per l’innovazione tecnologica, creando un ambiente fertile per lo sviluppo di Startup nel Metaverso».

Le lezioni da imparare da USA e Cina
Guardando agli Stati Uniti o alla Cina, quali lezioni possiamo trarre dal loro approccio allo sviluppo delle tecnologie immersive?
«Entrambi questi Paesi offrono spunti preziosi e adattabili al nostro contesto. Gli Stati Uniti mostrano l’importanza di un forte ecosistema di Venture Capital, una collaborazione pubblico-privata e un quadro normativo flessibile per favorire l’innovazione. Dalla Cina possiamo trarre ispirazione per la pianificazione a lungo termine, il supporto infrastrutturale e gli investimenti pubblici strategici. Adottando un approccio che combina i punti di forza di entrambi i modelli, l’Italia potrebbe creare un ambiente più favorevole alla crescita delle tecnologie immersive come il Metaverso, posizionandosi in modo competitivo a livello globale».
Il futuro del mondo del lavoro
Come immagina il futuro del lavoro all’interno del Metaverso: crede che le interazioni professionali virtuali possano sostituire gli spazi fisici?
«Come già evidenziato, il Metaverso creerà non solo nuove opportunità lavorative con l’emergere di figure professionali innovative, ma offrirà anche importanti possibilità di crescita per le aziende che lo adotteranno come sistema di comunicazione. Non si propone di sostituire gli spazi fisici, bensì di ampliarli, grazie all’uso di tecnologie immersive come la realtà virtuale (VR) e la realtà aumentata (AR).
Queste tecnologie consentiranno di integrare contenuti digitali con spazi fisici esistenti, creando ambienti di interazione più ampi e coinvolgenti. Le persone potranno incontrarsi e interagire in modo immersivo, superando i limiti attuali delle riunioni online, dove spesso ci troviamo in call con le webcam spente. Il Metaverso, dunque, offrirà una nuova dimensione per la comunicazione e la collaborazione, migliorando l’esperienza lavorativa e sociale».

I riscontri positivi
Da quali campi state avendo i riscontri più positivi?
«Di recente, abbiamo ricevuto numerose richieste di sviluppo da aziende attive nel settore del recruiting, interessate a creare ambienti in cui poter selezionare i candidati attraverso giochi immersivi, oltre a sale virtuali per condurre colloqui individuali e di gruppo. Parallelamente, abbiamo ricevuto richieste da studi associati di psicologi che desiderano utilizzare il Metaverso per effettuare incontri one-to-one con i loro pazienti in aree private e sicure, con sale tematiche specifiche per favorire un’esperienza immersiva. Questi sono solo alcuni esempi delle molteplici applicazioni che il Metaverso sta stimolando in diversi settori professionali, dimostrando il suo potenziale come strumento di crescita e innovazione».

I prossimi step per l’adozione del Metaverso
Quali sono i prossimi passi per rendere il Metaverso più accessibile a un pubblico più ampio?
«Bisogna concentrarsi su semplificazione ed educazione. Molti trovano complesso l’uso della Blockchain e dei wallet digitali, che sono fondamentali per l’uso del Metaverso, e c’è ancora scetticismo verso le criptovalute. È essenziale promuovere una maggiore educazione su questi temi, mostrando come la blockchain sarà fondamentale per questo settore e per l’economia digitale, incluse le monete digitali delle Banche Centrali (CBDC). Serve quindi semplificare gli strumenti, con interfacce intuitive e integrazione user-friendly, accompagnati da seminari e incontri formativi per rendere queste tecnologie accessibili a tutti.
Per il nostro Metaverso, stiamo studiando soluzioni che semplifichino l’accesso anche per coloro che non hanno familiarità con il settore. Abbiamo introdotto un sistema di registrazione che utilizza semplicemente un indirizzo email o le credenziali dei principali social network, con l’obiettivo, in una fase successiva, di guidare gli utenti verso l’adozione di wallet digitali in modo graduale e intuitivo.
Attualmente, la fruizione immersiva del Metaverso è limitata dal costo, dal peso e dalle dimensioni dei visori VR, ma la tecnologia sta progredendo rapidamente. Nei prossimi anni, ci aspettiamo l’introduzione di visori più compatti, leggeri e con batterie di maggiore durata, migliorando significativamente l’esperienza e l’accessibilità per un pubblico più ampio. ©
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