venerdì, 18 Ottobre 2024

5 punti per capire la Manovra 2025

Sommario

Conto alla rovescia per l’iter parlamentare della nuova legge di bilancio, che lunedì approderà alla Camera dei Deputati, dopo il via libera in consiglio dei ministri. Ma quali sono le principali novità della Manovra 2025?

1. Il nuovo Patto

L’intero provvedimento è segnato dal rientro in vigore, per la prima volta da prima della pandemia, delle regole finanziarie imposte dal Patto di Stabilità e Crescita europee, seppur leggermente modificate. Questa Manovra rappresenta dunque il primo scalino nella traiettoria di aggiustamento settennale (si concluderà nel 2031, secondo i piani) concordata con la Commissione Europea. La conseguenza immediata è una legge di bilancio piuttosto frugale, focalizzata più sui tagli che su nuove spese: si parla di 30 miliardi di euro di margine di intervento, di cui 9 miliardi finanziati a deficit. Per un paragone, le manovre di 2023 e 2024 erano rispettivamente di 35 e 28 miliardi, ma con 21 e 15,7 miliardi di nuovo debito.

2. Il quoziente familiare

Il principale fronte di taglio alla spesa è quello delle tax expenditures, che il Governo intende prendere di mira con un nuovo quadro di calcolo delle detrazioni fiscali, che dovrebbe ridurne il peso complessivo. Nello specifico, si istituisce un quoziente familiare, calcolato sulla base di tre fasce di reddito – da 0 a 50mila euro annui, da 50mila a 100mila e sopra i 100mila – e del numero di figli. A partire da questo coefficiente si applicheranno delle riduzioni nei massimali delle detrazioni, che colpiranno tutti i redditi superiori ai 50mila euro, tenendo anche conto della composizione del nucleo familiare. Le aliquote di detrazione, in compenso, dovrebbero rimanere uguali per tutti.

3. Le misure per le pensioni nella Manovra 2025

Non ci sono grosse variazioni, invece, in ambito previdenziale: sarà aggiornato solo minimamente (+2,7%) l’importo delle pensioni minime, mentre sono confermate infatti le misure assistenziali di Quota 103, Opzione Donna e APE sociale, che consentono il pensionamento anticipato. Poco chiaro il ruolo del già esistente Bonus Maroni che incentiva, all’opposto, chi continua a lavorare oltre l’età pensionabile e dovrebbe essere potenziato secondo modalità ancora da definire.

Per la previdenza complementare, invece, arriva una nuova fase di silenzio assenso per cercare di incoraggiare nuove sottoscrizioni nei fondi pensione da parte dei lavoratori.

4. Taglio del cuneo e IRPEF: le conferme

Arriva la conferma definitiva per il taglio del cuneo fiscale e la riduzione delle aliquote IRPEF a tre (23% fino a 28mila euro di reddito, 35% da 28mila a 50mila, 43% oltre i 50mila + addizionali locali), che passano da misure temporanee a strutturali. Per il cuneo, arriva anche una novità tecnica: il taglio, che rimane del 7%, consterà per i redditi fino a 20mila euro di tagli contributivi, mentre fino ai 35mila di detrazioni sul lavoro dipendente, con un decalage per la fascia tra i 35 e i 40mila euro.

5. La (non) tassa sugli extraprofitti

Dopo notevoli discussioni, la tassa sugli extraprofitti già proposta e poi abbandonata l’anno scorso non si farà nemmeno questa volta. Al suo posto, il Governo introduce una misura di cassa: rinviando il rimborso di alcune detrazioni a banche e assicurazioni, dovrebbe ottenere un tesoretto da 3,5 miliardi di euro, che sarebbero investiti in nuova spesa sanitaria. Non abolendo, però, le detrazioni in questione, ma rinviandone solo l’erogazione, resta una posta da coprire (doppiamente) nei prossimi anni. I conti con l’oste, insomma, sono solo rinviati.

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📸 Credits: Canva

Da sempre appassionato di temi finanziari, per Il Bollettino mi occupo principalmente del settore bancario e di esteri. Curo una rubrica video settimanale in cui tratto temi finanziari in formato "pop".