giovedì, 17 Ottobre 2024

Lotta al Gender gap: l’Italia perde posizioni nella classifica mondiale

Sommario

Brutte notizie dal Global Gender gap index 2024 (redatto dal World economic forum, che misura annualmente lo stato e l’evoluzione della parità di genere in 4 dimensioni chiave: partecipazione e opportunità economiche, livello di istruzione, salute e sopravvivenza ed emancipazione politica). Dopo tante chiacchiere e promesse sulla riduzione delle differenze di genere, l’Italia scivola verso il fondo della classifica mondiale. Chi c’è prima di noi? tra gli altri Namibia, Moldavia, Mozambico, Burundi e Sierra Leone.

A soffrire di più il Gender gap sono le donne che vogliono far carriera nelle professioni legate al mondo dell’economia e della finanza, oltre che in politica. Per non parlare della disparità in tutte le posizioni di management.  Le diseguaglianze di genere in termini di stipendio e partecipazione al mercato del lavoro si riflettono anche nell’accesso al credito e nella propensione all’indebitamento. Mediamente, le donne tendono a contrarre meno debiti degli uomini (22mila euro contro 26mila di media): perché? Solo merito di una migliore pianificazione? Non proprio: più di una donna su quattro, infatti, guadagna meno di mille euro al mese; fra queste, circa il 20% è fra 500 e 1.000 euro. Difficile quindi con questi importi pensare di acquistare qualcosa e di ottenere mutui o finanziamenti.

Le Regioni più indebitate

La disparità si accentua quando i redditi aumentano: solo il 23,7% delle indebitate guadagna tra 1.500 e 2.500 euro al mese, contro il 45,8% degli uomini (fonte Osservatorio sull’indebitamento femminile di Bravo). L’84% ha più di 40 anni, 1 su 3 ha tra i 50 e 59 anni. Ma quali sono le Regioni dove le donne fanno più debiti? Lombardia (17,1%), Lazio (12,9%) e Piemonte (9,6%). Seguono Emilia-Romagna (8,1%), Toscana (7%), Veneto (6,7%) e Sicilia (6,2%). Al contrario, la Valle d’Aosta ha la percentuale più bassa, con solo lo 0,32% di donne con debiti.

Più lavoro part time

Le donne svolgono più ore di lavoro non retribuito, (il 30% contro l’8% degli uomini) prendendosi cura dei bambini o badando ai lavori domestici. Le donne sono inoltre più propense ad avere interruzioni di carriera: soprattutto a causa della cura e dalle responsabilità familiari (fonte Parlamento Europeo).

Più donne nei settori a bassa retribuzione

Il 24% circa del divario retributivo di genere totale, può essere spiegato con una sovra-rappresentanza di donne in settori relativamente a basso salario come l’assistenza, la sanità e l’istruzione.

Le donne occupano meno posizioni dirigenziali: nel 2020 erano un terzo (34%) dei dirigenti nell’UE anche se sono quasi la metà dei dipendenti. Se guardiamo al divario tra le diverse professioni, le donne manager sono le più svantaggiate: guadagnano il 23% in meno all’ora rispetto ai colleghi.

La buona notizia

Ma una buona notizia c’è: donne e uomini hanno pari possibilità di accesso agli strumenti finanziari. Curioso però non trovare riferimenti alle materie STEM, quelle tecnologico-scientifiche, tallone d’Achille per le giovani del nostro Paese. Torna a essere quindi fondamentale l’educazione finanziaria, per questo ne parliamo ogni giorno con un linguaggio semplice e diretto, in modo che i contenuti siano per tutti. Avere una buona conoscenza di come gestire i propri soldi ci mette al riparo da una delle forme più subdole di violenza: quella finanziaria. ©

Direttore de il Bollettino dal 2020, giornalista dal 1998. Dopo esperienze nel campo musicale e culturale, mi sono occupata di attualità, politica ed economia in radio, tv e carta stampata. Oggi dirigo un giornale storico, del quale ho fatto un completo restyling e che vede coinvolta una redazione dinamica e capace: ho la stessa passione del primo giorno, ma con un po’ di esperienza in più.