mercoledì, 16 Ottobre 2024

Fondi di investimento: cosa sono e a chi servono

Sommario

I fondi sono ormai un elemento comune negli investimenti degli italiani. Nel decennio 2013-2023 le quote di fondi comuni detenute dalle famiglie crescono del 35% (Censis-Assogestioni 2024), mentre gli ETF continuano a farsi strada nel Mercato nazionale ed europeo. Ma come funziona questo tipo di investimenti finanziari? Un fondo d’investimento è come un grande raccoglitore di denaro, che appartiene e proviene da tanti investitori diversi. Consente quindi di investire attraverso la sottoscrizione di quote di partecipazione al patrimonio collettivo, che viene gestito da una società specializzata terza, che persegue esclusivamente l’interesse degli investitori. Il suo compito è impiegare e gestire al meglio quel denaro, massimizzando i profitti, su mandato e per conto dei sottoscrittori.

I principali vantaggi dei fondi d’investimento

Uno dei vantaggi dei fondi d’investimento – denominati anche Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio (OICR) – è quello per cui il capitale investito viene gestito da professionisti specializzati, esperti del settore. Dunque con competenze maggiori e, auspicabilmente, performance e risultati migliori rispetto a quelli che possono raggiungere i singoli investitori non specializzati.

Un altro importante vantaggio è rappresentato dal fatto che un Fondo può aiutarci a investire in maniera diversificata, in Mercati e settori diversi. In pratica, è un effetto dovuto alla struttura stessa dei Fondi. Se, per esempio, volessimo investire in azioni senza esporci al rischio di acquistare titoli di una singola impresa, potremmo comprare quote di un Fondo che investe in aziende di un certo settore o Paese. E con questa semplice operazione ci troveremmo a possedere quote di più società contemporaneamente.

Vari tipi di fondi

Ci sono vari tipi di fondi d’investimento: azionari, obbligazionari, legati alle materie prime e persino immobiliari (come i REIT, Real Estate Investment Trust). Questi permettono di investire nel Mercato immobiliare senza esserne coinvolti direttamente, evitando così alcuni rischi specifici e soprattutto offrendo diverse opportunità. Per esempio, da Milano, Roma o Napoli, con un REIT, è possibile investire sul Mercato immobiliare giapponese. Senza dover possedere personalmente una casa a Tokyo, cosa che sarebbe obiettivamente abbastanza scomoda.

I principali tipi di fondi d’investimento sono: Fondi Comuni (Mutual Funds), ETF (Exchange Traded Funds) e i Fondi Pensione. Vediamo cosa significano queste categorie più nel dettaglio.

Fondi comuni

Raccolgono capitali da tanti risparmiatori e investitori per #investire in una varietà di attività. I fondi comuni sono gestiti dalle Società di Gestione del Risparmio (SGR), che riuniscono le somme di più risparmiatori e le investono, come un unico patrimonio, in attività finanziarie (azioni, #obbligazioni, titoli di Stato, eccetera) o, per alcuni di essi, in immobili, rispettando regole volte a ridurre i rischi di queste operazioni.

Sono suddivisi in tante parti unitarie, dette quote, che vengono sottoscritte dai risparmiatori e garantiscono uguali diritti. Gli investitori partecipano a eventuali guadagni e perdite proporzionalmente alla quota acquisita.

Esistono diverse tipologie di fondi comuni, una delle distinzioni più importanti è tra:

fondi aperti, che consentono di sottoscrivere quote, o chiederne il rimborso, in qualsiasi momento. Sono molto importanti per la loro diffusione i fondi ‘armonizzati’, costituiti nei Paesi dell’Unione europea, che investono prevalentemente in titoli quotati (azioni, obbligazioni e altri titoli).

fondi chiusi, consentono la sottoscrizione delle quote solo nel periodo di offerta, che si svolge prima di iniziare l’operatività vera e propria, e le rimborsano di norma solo alla scadenza del fondo. Ai fondi chiusi sono riservati investimenti poco liquidi e di lungo periodo come, ad esempio, immobili, crediti, società non quotate.

Aderendo, in sostanza, si affidano i risparmi a degli esperti. Saranno i professionisti a gestire i capitali e le risorse finanziarie, con le loro conoscenze e con l’esperienza nel diversificare gli investimenti.

Acquisendo quote di fondi comuni, non si ha la garanzia di un rendimento o dell’integrità del capitale investito. Il valore delle attività che compongono i fondi, e quindi le loro performance finanziarie, infatti, variano in base all’andamento dei relativi mercati.

ETF (Exchange Traded Funds)

Gli Exchange Traded Funds (ETF) sono simili ai Fondi Comuni, ma negoziabili in Borsa, al pari delle azioni. Offrono quindi la possibilità di liquidare la posizione e la quota dell’investimento più agilmente, con costi di gestione in genere più bassi e hanno di fatto rivoluzionato il settore dei fondi.

Si tratta di strumenti finanziari creati appositamente per replicare l’andamento e le performance finanziarie di un paniere, un contenitore di Asset. Ci sono ETF che contengono azioni americane (come Standard & Poor’s 500), caratterizzati quindi per ragioni geografiche. Altri focalizzati su un settore di attività (per esempio quello tecnologico o sanitario), altri ancora legati alle obbligazioni.

Anche con piccole somme di denaro da investire si può quindi disporre di un alto numero di strumenti finanziari, massimizzando il principio di diversificazione. Tutte le possibilità degli ETF sono offerte a fronte di spese che dovrà sostenere l’investitore: al momento della scelta si deve quindi fare attenzione ai costi di gestione. In genere comunque non superano lo 0,5% sul capitale trattato, a differenza dei fondi attivi che proprio per la modalità di gestione caricano spese anche superiori al 2%.

Fondi pensione

Sono creati per aiutare a costruire un patrimonio pensionistico e per supportare finanziariamente chi si ritira dalla vita professionale.

Consentono di accumulare risorse finanziarie durante la vita lavorativa per affrontare le spese future. All’interno di questo segmento, esistono Fondi Pensione a contribuzione definita. Per questi, l’importo della pensione complementare dipende dai contributi versati e dai risultati della gestione finanziaria del fondo.

Esistono poi anche Fondi Pensione a prestazione definita. In questo caso, l’importo della pensione complementare viene stabilito al momento dell’adesione, in genere, con riferimento a quello della pensione obbligatoria. Per garantire l’erogazione previdenziale nella misura stabilita, l’importo dei contributi da versare al fondo pensione durante il periodo lavorativo non è fisso, ma può variare nel tempo.

La convenienza dei fondi pensione

Sono diversi i principali vantaggi di un fondo pensione, come ad esempio: la flessibilità nel versamento delle quote periodiche, che viene gestito insieme all’Ente a seconda delle proprie necessità; una tassazione altamente agevolata; la deducibilità dei contributi versati rispetto ai redditi; una rivalutazione del capitale in genere sopra la media rispetto a un piano pensionistico tradizionale.

Più nel dettaglio: le somme versate a qualsiasi forma di previdenza privata – con l’eccezione dell’eventuale quota di TFR devoluta ai fondi pensione, che non costituisce reddito imponibile – sono fiscalmente deducibili dall’imponibile complessivo fino a un massimo di 5.165 euro l’anno. I rendimenti maturati sui contributi sono tassati al 20% (a fronte del 26% sui rendimenti finanziari), mentre le prestazioni erogate vengono tassate a un’aliquota del 15%, che viene ridotta di 0,3 punti percentuali per ogni anno di adesione al fondo fra il quindicesimo e il trentacinquesimo, fino a raggiungere un’aliquota minima del 9%.

Ecco come investire

Le condizioni di accesso a un fondo di investimento variano a seconda del tipo e della politica. Ecco alcune indicazioni generali:

Importo minimo di investimento. Molti fondi richiedono una cifra minima per poter acquisire le loro quote, che varia a seconda del tipo di fondo e delle condizioni specifiche. Indicativamente, la maggior parte dei fondi comuni di investimento al dettaglio richiede un investimento iniziale minimo compreso tra 500 e 5.000 euro/dollari. Altri fondi invece non hanno un importo minimo di sottoscrizione.

Collocatori. Sono i soggetti autorizzati a vendere strumenti finanziari al pubblico, e quindi vendono le quote dei fondi ai risparmiatori. Tra i collocatori ci sono: le Società di gestione del risparmio (Sgr), le Società di intermediazione mobiliare (Sim), le banche, i promotori finanziari e i consulenti autonomi (o indipendenti).

Come aderire. I fondi possono essere acquistati presso la sede del collocatore oppure per via telematica, online o al telefono.

Commissioni. I fondi di investimento possono addebitare commissioni di ingresso (all’acquisto delle quote), commissioni di uscita (alla vendita delle quote) e commissioni di gestione annuale. Le commissioni variano a seconda del fondo.

Liquidità. La maggior parte dei fondi d’investimento consente il rimborso del capitale investito in qualsiasi momento, ma alcuni potrebbero avere restrizioni sulla liquidità. I fondi pensione hanno invece forti limitazioni alla liquidità.

Informazioni e procedure. I collocatori sono obbligati a fornire al risparmiatore una serie di informazioni sull’investimento allo scopo di consentirgli di compiere scelte consapevoli. Inoltre, i collocatori devono raccogliere una serie di dati che riguardano il risparmiatore, come ad esempio: l’obiettivo dell’investimento, l’avversione o propensione al rischio, il suo orizzonte temporale, la reale disponibilità finanziaria, il suo livello di conoscenze in materia. Tutto ciò ha lo scopo di ottenere indicazioni utili a individuare l’investimento più adeguato al risparmiatore.

Benchmark. Parametro di confronto, indice di riferimento, per valutare i risultati di un investimento, rispetto ad altri prodotti simili o al mercato nel suo complesso.

Che cosa serve

Prima di investire, è importante leggere attentamente i documenti informativi del fondo. Questi contengono dettagli sulle commissioni, la politica di investimento e i rischi associati. All’atto di adesione e sottoscrizione, l’investitore ha diritto alla consegna di:

KID (Key Information Document), documento che sintetizza le caratteristiche chiave del fondo (finalità e politica di investimento, profilo di rischio-rendimento, costi, performance storiche);

Prospetto informativo, i cui contenuti sono approvati dalla Consob. Contiene tutto ciò che il risparmiatore deve sapere perché sia in grado di formulare un giudizio consapevole sul prodotto di investimento;

Regolamento. Definisce le caratteristiche del fondo, ne disciplina il funzionamento, indica il gestore e il depositario e ne definisce i compiti, regola i rapporti tra questi operatori e i partecipanti.

Dopo la sottoscrizione, devono essere rese disponibili all’investitore tutte le informazioni relative alla variazione del valore della quota, le eventuali modifiche delle caratteristiche del fondo, i dati aggiornati del rendimento e del Benchmark di riferimento, i documenti contabili per una gestione consapevole e trasparente degli investimenti.  

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