mercoledì, 16 Ottobre 2024

Olimpiadi, a Parigi vince la gender equality. Ma il gap economico è una sconfitta

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I Giochi Olimpici di Parigi puntano sulla gender equality: dei 10.500 atleti in gara, la metà sono donne. Tra i Paesi con più rappresentanti ai Giochi, Stati Uniti e Australia si presentano con più atlete donne che uomini (302 a 345 per i primi, 270 contro 215 per i secondi). L’Italia, arrivata ai nastri di partenza con 406 sportivi, gareggia invece con 211 uomini e 195 donne.

Le differenze nei singoli sport

A partire dalle Olimpiadi di Londra del 1948 – dopo la Seconda guerra mondiale – le gare femminili conquistarono maggior prestigio. Ma fu solo dall’edizione di Helsinki nel 1952, con l’ingresso nel Comitato olimpico e l’esordio ai Giochi dell’Unione sovietica, che si diffuse lo sport tra le donne. Rispetto al passato, si è ridotta la differenza di genere nelle singole discipline, in cui oggi il numero di contendenti è distribuito pressoché equamente. Restano come eccezione la lotta greco romana, aperta ai soli uomini, il nuoto artistico e la ginnastica ritmica (questi ultimi riservati alle donne).

Meno visibilità e fatturato per le donne

Ma se sul piano numerico la differenza di genere è stata pressoché appianata, rimane da affrontare la disparità in termini di visibilità e di volume di affari (lo sport femminile genera meno di 1 miliardo di dollari di fatturato, a fronte degli oltre 500 miliardi dell’intera industria sportiva).

Il gap economico

E questo si traduce in retribuzioni più basse per le donne. Il caso del calcio è emblematico, con Sam Kerr, giocatrice del Chelsea e calciatrice più pagata al mondo con i suoi 513mila euro. L’australiana guadagna molto meno rispetto a numerosi colleghi uomini anche non di prima fascia.

Le opportunità di crescita

Le Olimpiadi possono essere una buona vetrina per aumentare la già crescente visibilità dello sport femminile e per attrarre anche maggiori investimenti, soprattutto in termini di sponsorizzazioni. Un recente report della società statunitense S&P Global mostra come le prospettive di rendimento siano elevate, sulla scia dei campionati europei di calcio e pallacanestro. Qui il valore dei contratti di partnership è aumentato fino al 38 per cento.

Gli investimenti degli sponsor

A cogliere l’occasione della visibilità olimpica saranno anche gli sponsor dei Giochi. Su tutti, il colosso del lusso LVMH, che ha investito ben 150 milioni di euro, diventando il maggior finanziatore dell’evento. Già in passato, la società francese – il cui fatturato nel 2023 ha superato gli 86 miliardi di euro – ha investito nello sport, sponsorizzando diverse edizioni dei Mondiali di calcio. Tuttavia, la partnership con le Olimpiadi non sembra essere molto apprezzata dai Mercati: dall’annuncio, avvenuto un anno fa, il gruppo ha perso il 21,13% in Borsa. Una situazione che potrebbe cambiare da qui alla chiusura dei Giochi, grazie al ritorno di visibilità. ©

📸Credits: Canva

Nel corso degli anni, il numero di donne ai Giochi è cresciuto. Ma le Olimpiadi di Parigi, dal punto di vista numerico, sono le prime a raggiungere la Gender Equality. Che questo possa contribuire alla crescita dello sport femminile?
Nel corso degli anni, il numero di donne ai Giochi è cresciuto. Ma le Olimpiadi di Parigi, dal punto di vista numerico, sono le prime a raggiungere la Gender Equality. Che questo possa contribuire alla crescita dello sport femminile?