giovedì, 17 Ottobre 2024

Futuro previdenziale: ecco come programmarlo

Sommario

Pensare al futuro previdenziale è oggi una vera necessità. Con l’addio al sistema retributivo l’assegno pensionistico non sarà più agganciato all’ultima retribuzione come accadeva in passato, ma dipenderà esclusivamente dai contributi versati. Il simulatore ufficiale dell’Inps calcola l’importo approssimativo che si avrà ogni mese rivalutato secondo dei parametri prefissati. Così si può per esempio scoprire che si arriverà a prendere il 60% in meno rispetto alla propria retribuzione. La domanda da farsi allora è: bisogna integrare per una futura tranquillità economica? Ecco come organizzarsi.

I lavoratori dipendenti

Molti dipendenti hanno un fondo pensione di categoria. Si tratta dei fondi negoziali, istituiti all’interno della contrattazione tra sindacati e aziende. Qui possono confluire la quota totale o parziale del TFR futuro, pari al 6,91% della retribuzione lorda, cui si aggiunge l’eventuale versamento volontario, che in genere parte dall’1%, e il “raddoppio”, una quota che spetta al datore di lavoro. A fine carriera il denaro investito servirà a integrare l’assegno pensionistico. Ci si può iscrivere anche una forma pensionistica complementare diversa: un fondo pensione aperto o un PIP, Piano individuale pensionistico di tipo assicurativo, e decidere quale importo versare.

Gli autonomi

I lavoratori autonomi possono aderire a un fondo pensione aperto o a un PIP. Come per i dipendenti, si versa una quota mensile dei guadagni per ottenere a fine carriera un’integrazione della pensione pubblica. Questi prodotti danno in genere la possibilità di modulare gli importi e la frequenza dei versamenti nel borsellino previdenziale. In caso di difficoltà economiche, per esempio, si può rimodulare l’importo o sospendere per qualche tempo.

La differenza con gli altri investimenti

Chi investe in previdenza integrativa ha diversi vantaggi fiscali. I versamenti annuali a fondi pensione e PIP sono deducibili fino a 5.164,57 euro all’anno, e possono essere inclusi anche quelli a favore delle persone fiscalmente a carico, per esempio i figli. Si gode di un beneficio fiscale anche al momento del pagamento. La ritenuta sul capitale o sull’integrazione della pensione è del 15% (contro il 26% delle altre forme di risparmio finanziario). Inoltre, dopo 15 anni di versamenti la ritenuta cala ogni anno di un ulteriore 0,3% fino a una soglia del 9% (con 35 anni di partecipazione).

L’anticipo in caso di emergenza

Il fondo pensione può essere un’ancora di salvataggio in caso di emergenza. In determinate situazioni, come l’acquisto di una casa o problemi gravi di salute, si può chiedere un anticipo. In caso di perdita di lavoro o invalidità c’è la possibilità del riscatto parziale o totale. Va considerato che per l’anticipo la tassazione è più alta. Per esempio per le circostanze diverse dalle spese sanitarie l’aliquota è al 23%.

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📸 Credits: Canva

Giornalista professionista, classe 1981, di Roma. Fin da piccola con la passione per il giornalismo, dopo la laurea in Giurisprudenza e qualche esperienza all’estero ho cominciato a scrivere. All’inizio di cinema e spettacoli, poi di temi economici, legati in particolare al mondo del lavoro. Settore di cui mi occupo principalmente per Il Bollettino.