giovedì, 17 Ottobre 2024
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Si celebra oggi, 4 ottobre, la Giornata del Dono. Un’occasione per comunicare la fine dell’emergenza: il Pandoro-Gate sembra non aver influenzato il mondo delle raccolte fondi. Malgrado i dubbi e le accuse verso l’influencer Chiara Ferragni, sulle modalità della sua beneficenza attraverso la sponsorizzazione di alcuni prodotti – come il pandoro Balocco e i giocattoli Trudy – il settore è salvo. A registrare conseguenze negative, su un totale di 347 realtà interpellate dall’Istituto Italiano della Donazione, è solo il 5% delle associazioni non profit. (fonte: report Noi doniamo di BPER Banca)

L’impatto del caso Ferragni

I dati certificano un impatto abbastanza limitato sulla scelta di donare o meno, sia da parte delle aziende sia dei privati. Oltre a una fetta marginale di platea che ha riscontrato effetti negativi, rilevante è il 78% del campione intervistato, che ha risposto «no» alla possibilità di avere preoccupazioni causate dal Pandoro-Gate. «Un caso prettamente mediatico», lo hanno liquidato.

Da dove proviene il maggior calo

Ma chi, invece, ne sta pagando le conseguenze? I donatori privati. Spiccano, infatti, con il 51% sul totale, seguiti da aziende e fondazioni di erogazioni (bancarie o private) con il 17%. Più indietro le convenzioni/contratti con enti pubblici con l’11%. Mentre in coda troviamo i lasciti (1%).

Il ruolo degli influencer

Sono due gli italiani su dieci che hanno dichiarato di aver fatto almeno una donazione negli ultimi anni. I motivi? Convinti da una pubblicità; perché l’iniziativa era sostenuta dalla collaborazione con un marchio famoso o perché nell’organizzazione della raccolta fondi era presente anche il ruolo di un influencer (fonte: BVA Doxa). E a dare forza alla presenza di testimonial famosi sono i più giovani nella fascia 15-24 anni, poiché convinti che questo possa allargare la platea della comunicazione della raccolta fondi.

Info sulle donazioni economiche

Ma che cos’è una donazione? Come stabilito dal Codice Civile, è un contratto mediante il quale un soggetto, il donante, decide per puro spirito di liberalità di arricchire un altro soggetto, il donatario, attraverso patrimonio, beni mobili o immobili.

Cosa la differenzia dalla beneficenza? Essendo un’erogazione di un aiuto a favore di soggetti terzi, o da parte di un privato o di un’organizzazione che svolge attività senza finalità di lucro, dal punto di vista giuridico è corretto parlare di donazione. La beneficenza, infatti, viene di solito fatta devolvendo gli introiti ottenuti nella raccolta fondi in occasioni quali gare, spettacoli, cene: ovvero situazioni in cui i fondi possono essere raccolti attraverso la vendita di oggetti.

Quando le donazioni sono tassate?

Come specificato dalla legge, chi gode di una donazione è tenuto al pagamento di un’imposta, che varia in base al rapporto tra le parti coinvolte nel contratto, la cui tassazione è totalmente a carico del donatario. Sarà il notaio che provvederà, al momento della registrazione dell’atto, al versamento dell’aliquota stabilita. Sono esenti dal pagamento delle imposte: lo Stato, le regioni, i comuni, gli enti pubblici, le Onlus e le fondazioni bancarie. Un’erogazione liberale nei confronti di questi soggetti risulterà quindi più vantaggiosa.

Per coloro i quali scelgono di donare agli enti del terzo settore (o settore non-profit), infatti, sono previste agevolazioni fiscali che si presentano o sotto forma di detrazioni di imposta o di deduzioni dal reddito imponibile IRPEF. Nel primo caso, ad esempio, gli invidui che scelgono di donare verso le Onlus hanno diritto a una detrazione del 30% fino ad un massimo di 30.000 euro; nel secondo caso, invece, è possibile dedurre l’importo donato entro il 10% del reddito complessivo, senza un limite massimo.

I numeri sulle donazioni

Tralasciando i picchi degli importi medi donati fra il 2020 e il 2022 in corrispondenza della pandemia e della guerra in Ucraina (80 euro nel 2020, 69 euro nel 2022), nel 2023 in Italia si registra un notevole calo che porta a 56 euro donati a persona a organizzazioni non-profit (fonte: report Noi doniamo).

Dove si dona di più?

A livello geografico si conferma il divario tra nord e sud, con il Mezzogiorno che si attesta al 6,6% per finanziamenti alle associazioni contro il Nord-est che dichiara di aver contributo per il 14,3% (fonte: Istat, “Rapporto Bes 2023: il benessere equo e sostenibile in Italia”). Tra le cause più sostenute, al primo posto c’è la ricerca medico-scientifica con il 38%, seguito dagli aiuti umanitari/emergenza, inclusi Ucraina ed Emilia-Romagna con il 35% (fonte: BVA Doxa).

Cosa cambia se la donazione riguarda un immobile o un’azione?

Allo stesso modo di una donazione economica, anche per l’immobile l’iter è lo stesso: si stipula un atto fra le due parti (donante e donatario) regolato dal codice civile che viene formalizzato attraverso un atto pubblico, redatto da un notaio in presenza di due testimoni. Ci sono diversi costi da considerare. In primis quello inerente l’atto notarile, ovvero la parcella del notaio; vanno aggiunte, poi, le imposte, tra cui l’imposta di registro, l’imposta di bollo, l’imposta di donazione, l’imposta ipotecaria e catastale dell’immobile. L’importo dell’imposta di donazione non è fisso e varia a secondo del bene donato: viene quindi calcolato attraverso la rendita catastale e viene considerato il grado di parentela tra donante e donatario.

E se riguarda un’azione? Anche le azioni possono essere oggetto di donazione. Ad esempio una donazione di azioni da genitore a figli, se non è di modico valore (donazione che ha ad oggetto un bene modesto, sia in base ad un parametro oggettivo, ovvero il valore economico del bene, che ad uno soggettivo, ovvero la consistenza del patrimonio del donante), va perfezionata attraverso un atto notarile pubblico, soggetto all’imposta di donazione.

Come donare?

Le raccolte fondi rimangono il principale mezzo di sostentamento delle organizzazioni non profit. Ma non solo, perché un’altra modalità per donare consiste nel destinare alle ONP il 5×1000. Si tratta di una quota dell’imposta sul reddito che le persone possono donare agli enti non profit iscritti agli appositi registri.

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Credits: Canva