giovedì, 17 Ottobre 2024

Come si muove la geopolitica del calciomercato

Sommario
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Il calciomercato cambia la sua distribuzione geografica, ma alcune certezze restano. Il polo principale è ancora l’Europa, che anche quest’estate non ha badato a spese. Dai principali club alle squadre di leghe minori o con obiettivi di salvezza, hanno speso e venduto per rinforzare le proprie rose. Per un giro d’affari che si è attestato sui 10,96 miliardi di euro totali (Fonte: CIES Football Observatory). Un numero enorme, ma in calo rispetto ai 12,24 miliardi di euro del 2023. A dominare la scena, ancora una volta, i club di Premier League, che da soli hanno investito 2,19 miliardi di euro, seppur con una diminuzione dell’11% rispetto alla passata estate.

Il secondo posto va invece alla nostra Serie A, che in termini assoluti si è rivelata pure più prodiga di 12 mesi fa: 917 milioni di euro investiti, contro i 787 milioni precedentemente registrati. L’ultimo gradino del podio è della Ligue 1 francese, che ha speso 751 milioni di euro, tenendosi in linea con i 744 milioni del 2023. Il campionato più attivo in assoluto, in termini di incrementi di spesa, è stato il Brasilerão. Il calciomercato verdeoro ha infatti registrato una variazione del +135,90%, con i suoi club che hanno messo sul piatto un totale di 151 milioni di euro. Lo scorso anno erano solamente 64.

Numeri ampiamente in calo invece per la Saudi Pro League. La terra di Cristiano Ronaldo, Karim Benzema, N’Golo Kanté & co. ha registrato un esborso di 217 milioni di euro, con una differenza del 75,20% rispetto agli 874 milioni di euro di soli 12 mesi fa.

Dieci anni di spese

Nel corso dell’ultimo decennio – dal 2015 al 2024 – sono stati spesi 86,15 miliardi di euro. Un numero importante, che tiene conto anche di tutti i bonus inseriti in fase di trattativa. Tolti il periodo del Covid-19 e il differenziale degli ultimi due anni, è stata registrata una crescita costante in termini di valori assoluti. Se nel 2015 vennero spesi 5,88 miliardi di euro dai club di tutto il mondo, si è passati nel 2016 a 6,86 miliardi, nel 2017 a 9,06, nel 2018 a 8,32 e nel 2019 a 9,99.

Poi lo stop tra il 2020 e il 2021, con un esborso rispettivamente di 7,51 e 5,99 miliardi di euro. Infine, la risalita, col boom del calciomercato asiatico, che ha portato a 9,34 miliardi di euro investiti nel 2022 e ai 12,34 miliardi del 2023. Una classifica che si conclude, come anticipato, coi 10,96 miliardi di euro di spesa accumulati nel 2024.

La top 5 dei campionati

Nonostante l’evoluzione che sta vivendo il Mercato globale, i dati mostrano come a dominare lo scenario continuino a esserci le big 5 europee: Premier League, Serie A, Bundesliga, LaLiga e Ligue 1. La loro percentuale di spesa, tra il 2015 e il 2024, si è sempre attestata in un range che occupa il 75% del paniere totale. La Premier Laegue la fa da padrona, ancora una volta, con una spesa di 23,02 miliardi di euro, che si tramuta nel 28,1% del dato totale.

Anche qui, con 10,84 miliardi di euro è la Serie A a mantenere la seconda posizione, mentre La Liga spagnola rimane indietro con 7,94 miliardi. E poi Ligue 1, Bundesliga e Championship inglese. Infine, i numeri sorprendenti dei campionati extracomunitari. Nell’ultimo decennio, la Saudi Pro League ha investito 2,09 miliardi di euro, la CLS cinese 1,88 miliardi, la Liga MX messicana 1,47 miliardi, il Brasilerão 1,46 miliardi, la MLS 1,17 miliardi, la Primera Division Argentina 0,92 miliardi e la Stars League del Qatar 0,47 miliardi.

I club più spendaccioni

Tra i team più investiti nell’acquisto di cartellini a livello globale, la prima posizione negli ultimi dieci anni non poteva che essere occupata dal Chelsea. Roman Abramovich prima e  il consorzio guidato da Todd Boehly e Clearlake Capital poi non hanno badato a spese, arrivando a investire 2,78 miliardi di euro per giocatori del calibro di Romelu Lukaku, Enzo Fernández, Moises Caicedo, Kai Havertz, Jorginho, Raheem Sterling e João Félix.

Anche il secondo posto arriva dall’Inghilterra, con il Manchester City dello sceicco Mansour che ha costruito una squadra capace di vincere 6 Premier League negli ultimi dieci anni a suon di assegni. Ben 1,96 miliardi di euro in totale, per accontentare le necessità dell’allenatore Pep Guardiola e salire sul tetto del mondo. Chiudono il podio i cugini del Manchester United, che hanno speso 1,95 miliardi di euro. La prima – e unica – italiana in top 10 è invece la Juventus, con un esborso definitivo di 1,77 miliardi di euro. Una cifra monstre, che ha permesso ai bianconeri di rimanere nell’élite della Serie A e della Champions League per diverse stagioni.

I club in saldo negativo

Molti club sono in saldo negativo, per una classifica che è stata costruita facendo un rapporto tra cifre spese ed entrate con la vendita dei cartellini. Se per i primi 3 posti ci sono ancora una volta club come Manchester United, Chelsea e PSG, stupisce il Milan al settimo posto con un bilancio negativo di -633 milioni di euro. L’altro lato della medaglia vede invece le squadre con saldo positivo, che hanno saputo mettere in risalto i propri giocatori e capitalizzare vendendoli alle giuste cifre, per poi sostituirli con altri giovani di prospettiva. A dominare sono Benfica, Ajax e Red Bull Salisburgo, con bilanci rispettivamente di +816 milioni, +473 milioni e +401 milioni di euro negli ultimi dieci anni. Per trovare delle italiane, bisogna scendere fino alle posizioni 14 e 15, occupate rispettivamente da Udinese e Atalanta con saldi di +208 e +206 milioni di euro.

La parentesi indiana

Il giro del mondo del calciomercato mondiale parte dalla Super League in India, che nel 2014 mise in atto una campagna acquisti di spicco, attirando a sé giocatori riconoscibili anche dai fan meno esperti della disciplina.

Tra questi Alessandro Del Piero, la leggenda della Juventus che, dopo due stagioni al Sydney FC in Australia, decide di firmare con la neonata Delhi Dynamos. Per lui 10 presenze totali con la maglia degli arancionieri. Ma non è il solo, perché ci sono altri grandi nomi del mondo del calcio che hanno deciso in passato di intraprendere questa strada. Tra questi David Trezeguet, storico compagno proprio di Del Piero, che si trasferì per un anno al Pune City. E poi ancora Pires, Joan Capdevila, Nicolas Anelka, Fredrik Ljungberg e Zico con il ruolo di allenatore. Tra speranze e prospettive, alla fine si rivelò una bolla vera e propria che durò una sola stagione. Già nel 2015 ci fu infatti l’esodo di questi grandi nomi. E per le prime tre stagioni, la Super League non ottenne nemmeno il riconoscimento ufficiale dell’AFC (la UEFA asiatica).

Il Mercato cinese

Era il 2016 quando la Cina sembrava pronta a contrastare il dominio del calcio europeo. Una parabola rapidissima, che vide il suo declino ancor prima di iniziare ad affermarsi. La sessione di calciomercato anomala tanto chiacchierata vide la Chinese Super League infrangere il record del trasferimento più costoso in Asia per ben cinque volte. E i nomi che arrivarono furono di livello assoluto. Uno su tutti Oscar, che lasciò il Chelsea a soli 25 anni per trasferirsi allo Shanghai SPIG per circa 80 milioni di euro. E poi il centrocampista brasiliano Ramires, l’attaccante colombiano Jackson Martinez, il fantasista Alex Texeira, l’esterno Hulk e molti altri.

Ma a cosa fu dovuta quest’ondata mediatica ed economica? Punto di partenza è Xi Jinping, da sempre appassionato di calcio e volenteroso di dare nuova linfa allo sport cinese. Tanto che nel 2015 venne introdotto un piano di riorganizzazione di tutto il calcio del Paese, dai dilettanti fino ai top club della Super League. Ma con un obiettivo ben preciso nel lungo termine: sviluppare talenti locali per la Nazionale, così da tornare ai Mondiali dopo quasi vent’anni. I primi paletti del limite di schierare massimo tre stranieri e poi il tetto di massimo quattro stranieri in rosa furono un campanello d’allarme per tutto il movimento. Ma il colpo finale lo ha dato l’emergenza pandemica nel 2020, che ha reso sempre più impossibile spendere cifre folli per portare nella Chinese Super League fuoriclasse dall’Europa.

La crescita degli Stati Uniti

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La Major League Soccer, il campionato degli Stati Uniti, ha regole diverse per la costruzione delle rose rispetto al resto del mondo. In generale, ogni squadra può avere fino a 30 giocatori, che vengono distribuiti in tre fasce tenendo conto del sistema del salary cap. Gli slot dall’1 al 20 vengono definiti Senior Roster, con un tetto massimo fissato a 1 milione e 683mila dollari per giocatore. Dall’1 al 24 e dal 25 al 30 sono invece rispettivamente Supplemental Roster e Reserve Roster, con salari minimi di 81.000 e 63.000 dollari. Ogni squadra ha poi a disposizione 8 slot per i giocatori stranieri.

Ci sono però alcune eccezioni dovute alla regola Beckham, che deve il nome allo Spice Boy che militò proprio in MLS. Sono stati istituiti alcuni contratti da Designated Player che possono superare il limite salariale, con un massimo di tre per squadra. Una regola che, nel tempo, ha permesso a fuoriclasse come Kakà, Thierry Henry, David Silva, Steven Gerrard, Frank Lampard, Andrea Pirlo e Zlatan Ibrahimovic di mettere piede su suolo americano.

Il valore del campionato americano

Ancora oggi, la MLS è capace di attirare diversi nomi di rilievo. La top 10 dei più pagati vede Lionel Messi con 20,45 milioni di dollari garantiti, Lorenzo Insigne con 15,4 milioni di dollari, Sergio Busquets con 8,77 milioni di dollari. E poi ancora Xherdan Shaqiri, Federico Bernardeschi, Emil Forsberg ed Hector Herrera. Tra le squadre che valgono di più, troviamo al primo posto i Los Angeles FC dell’ex Milan Olivier Giroud a 1,15 miliardi di dollari; al secondo posto l’Atlanta United con 1,05 miliardi e poi l’Inter Miami di Lionel Messi con 1,02 miliardi.

Nel complesso, i club di MLS hanno potuto generare entrate pari a 2 miliardi di dollari nell’anno passato, con una crescita del 27% rispetto al 2022. Alle spalle di questo fenomeno, che va avanti da ormai diversi anni, c’è la voglia di promuovere l’espansione del soccer negli USA. Un progetto che ha i suoi riflessi anche a livello di eventi. Dopo aver ospitato l’ultima edizione della Copa América, gli States sono stati scelti per il nuovo Mondiale per Club del 2025, per i Mondiali del 2026 e per il Mondiale femminile del 2027.

Il fenomeno Arabia Saudita

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A dare il via alla crescita della Saudi Pro League ci ha pensato Cristiano Ronaldo, passato nel gennaio 2023 dal Manchester United all’Al-Nassr con un contratto faraonico da 200 milioni di euro a stagione. Oltre ad un ruolo da ambasciatore del calcio saudita, anche e soprattutto per promuovere la candidatura del Paese a ospitare il Mondiale 2034.

Nell’estate 2023, i principali club della lega hanno speso un totale di 874 milioni di euro in trasferimenti. Una cifra poi calata drasticamente a 217 milioni di euro nell’ultima sessione. Intanto, è in campo una strategia chiara e precisa che punta a trattenere tutte le stelle nel campionato con investimenti su infrastrutture e servizi. In più, si fa strada l’idea  di promuovere i talenti locali, con nuove regole stringenti in merito alla consegna delle rose. Un po’ come fatto dalla Cina quasi dieci anni fa, in pratica.

Il 2023 resterà dunque l’anno d’oro storico per gli acquisti: oltre a Ronaldo, ha visto l’arrivo di fuoriclasse del calibro di Karim Benzema dal Real Madrid per 100 milioni di euro l’anno, Neymar Jr. dal PSG con un contratto da 90 milioni annui, Otávio dal Porto con un ingaggio di 60 milioni di euro, N’Golo Kanté dal Chelsea grazie ad un biennale da 50 milioni di euro e Sadio Mané con un triennale da 25 milioni di euro annui.

Brasile e Argentina

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Sud America e calcio sono sempre andati a braccetto, sfornando ogni anno centinaia di talenti pronti a esplodere, tra cui leggende assolute come i vari Pelé, Diego Armando Maradona, Lionel Messi, Ronaldinho, Ronaldo e via discorrendo.

Ma se, fino a qualche anno fa, uno sbarco in Europa rappresentava una tappa obbligata del percorso, qualcosa sta cambiando in questa direzione. Sia il Brasilerão sia la Primera División stanno facendo investimenti importanti per lo sviluppo delle leghe nazionali, tanto che, già oggi, il Campeonato Brasileiro vale 1,62 miliardi di euro, con club come il Palmeiras, il Flamengo e il Sao Paulo che hanno rose tra i 100 e i 200 milioni di euro.

Anche il 2024 ha confermato questo trend positivo, con acquisti destinati a far parlare. Su tutti Memphis Depay al Corinthias, Coutinho al Vasco da Gama, Felipe Anderson al Palmeiras, Alex Sandro al Flamengo e Thiago Silva alla Fluminense. In Argentina invece, la grande stella è Edinson Cavani del Boca Juniors. L’ex attaccante di Napoli e Paris Saint-Germain è affiancato da tanti giovanissimi talenti come i trequartisti Claudio Echeverri e Franco Mastrantuono del River Plate, il centrocampista Kevin Zenon e il difensore Cristian Medina del Boca. Nel corso degli anni, sono diverse le stelle del calcio mondiale che hanno provato l’avventura nell’altra parte del mondo. Su tutti Daniele De Rossi, bandiera della Roma che giocò 5 partite con la camiseta del Boca Juniors nella stagione 2019-2020.        ©

📸Credits: Canva

Sempre pronto a rinnovarmi e ad approfondire ogni giorno i temi che mi appassionano, credo che il giornalismo abbia una responsabilità enorme nella società. Per il Bollettino scrivo di sport e tecnologia, mi occupo anche di economia, attualità, musica e cinema.