mercoledì, 16 Ottobre 2024

L’Italia ha un problema di produttività

DiIlaria Mariotti

11 Ottobre 2024
Sommario

È storicamente il tallone d’Achille dell’economia italiana ed è la produttività del lavoro. Nei decenni tra il 1995 e il 2022 la sua crescita è stata pari allo 0,4%, contro una media UE dell’1,6 (dato ISTAT). Il divario si è ridotto a partire dal 2014, quando è salita dello 0,5, mentre in UE cresceva dell’1,3. Ma l’Italia resta in fondo alle classifiche internazionali. Che cosa indica il termine produttività? Tecnicamente l’indice misura la quantità di beni derivanti da un processo produttivo (Adapt). Un valore, secondo la definizione ISTAT, «che misura l’efficienza nella produzione».  

La causa della scarsa competitività

Il rapporto sulla competitività di Mario Draghi sostiene una tesi. Se l’Europa è meno competitiva di Stati Uniti e Cina la causa è da ricercare proprio nel fatto che si produce meno. «Il 70% del gap nel prodotto interno lordo pro capite fra Stati Uniti ed Europa è spiegato dal basso livello della produttività europea». Il gap tra PIL USA e UE è cresciuto dal 15% del 2002 al 30% del 2023 a prezzi costanti. E non a caso nello stesso periodo negli Stati Uniti il reddito disponibile reale è cresciuto quasi due volte rispetto all’Europa.

I consumi privati

«La lenta crescita della produttività è stata associata più volte alla scarsa crescita dei redditi e alla domanda interna più debole in Europa» afferma ancora l’ex premier. Se i salari italiani sono fermi, giocoforza lo sono anche i consumi (e quindi il PIL). Tanto per dare un’idea, con base a 100 i consumi privati in Italia erano pari a 96,6 nel 2016, contro il 110 di Francia e Germania. Nel triennio 2017 -2019, sono aumentati a un tasso medio dell’1%, contro l’1,5 della Germania, l’1,2 della Francia e il 2 della Spagna.

I settori più colpiti

La diminuzione della produttività del lavoro nel 2022 è stata riscontrata secondo l’ISTAT soprattutto nelle attività finanziarie e assicurative (-2,7%), nei servizi di informazione e comunicazione (-1,8%), dell’istruzione, sanità e assistenza sociale (-1,4) e nelle attività professionali (-1,3%). Un calo significativo c’è stato anche nell’industria in senso stretto (-2,4%) dopo tassi di crescita annui più marcati negli anni precedenti. Va meglio invece la produttività di commercio e costruzioni (rispettivamente +2,5% e +2%).

Giornalista professionista, classe 1981, di Roma. Fin da piccola con la passione per il giornalismo, dopo la laurea in Giurisprudenza e qualche esperienza all’estero ho cominciato a scrivere. All’inizio di cinema e spettacoli, poi di temi economici, legati in particolare al mondo del lavoro. Settore di cui mi occupo principalmente per Il Bollettino.