mercoledì, 16 Ottobre 2024

Il punto sui Mercati

DiRedazione

15 Ottobre 2024
Sommario

Il mese di Ottobre è iniziato con una nota più volatile sui corsi azionari, con la ricomparsa del rischio geopolitico. Le preoccupazioni per l’annunciata risposta israeliana contro l’Iran hanno fatto salire i prezzi del petrolio di più del 10% nella prima settimana del mese. Questo nonostante l’Arabia Saudita abbia dichiarato di poter aumentare la produzione per proteggere la sua quota di mercato.

Negli Stati Uniti, il Presidente Jerome Powell ha sostenuto che il FOMC non ritiene di aver bisogno di «vedere un ulteriore raffreddamento delle condizioni del comparto del lavoro per raggiungere un’inflazione del 2%». Il commento suggerisce che il raffreddamento della crescita salariale e il rafforzamento della crescita della produttività del lavoro hanno contribuito a placare l’impulso inflazionistico del settore. Il che aggiunge credibilità alla decisione del comitato per aver optato per un taglio dei tassi di 50 bps – più ampio del previsto – a settembre per sostenere la crescita complessiva dell’occupazione.

La politica monetaria

Detto questo, Powell ha sottolineato che la politica monetaria «non è su una rotta preimpostata» e ha rimarcato come la previsione mediana nell’ultimo report delle proiezioni economiche dovrebbe implicare un taglio di 25 bps in ciascuna delle due riunioni rimanenti quest’anno (7 novembre e 18 dicembre). Le buste paga non agricole hanno superato le aspettative a settembre, salendo di 254K. Le revisioni al rialzo dei dati dei due mesi precedenti hanno contrastato il calo di tendenza nelle assunzioni, mentre il tasso di disoccupazione è sceso di un decimo, al 4,1%.

Il sentiment dei mercati

Il sentiment dei consumatori dell’Università del Michigan si è ripreso un po’ a settembre, con l’aumento delle aspettative sul fatto che la Federal Reserve avrebbe iniziato a tagliare i tassi di interesse. Anche con la prospettiva di costi di finanziamento più bassi all’orizzonte, i consumatori, pur con un leggero aumento di fiducia, rimangono ancora piuttosto pessimisti sull’economia. Con i valori indice decisamente al di sotto della fascia relativamente stretta di 90-100, in cui si erano attestati dal 2015 al 2019.

Recessione in arrivo

Vale la pena notare che non sembrano però aspettarsi una recessione. Infatti, le aspettative per l’economia nel prossimo anno sono attualmente più rosee delle percezioni delle attuali condizioni economiche. Un fenomeno che storicamente si verifica solo dopo che l’economia statunitense esce da una recessione. Più in generale, l’ISM dei servizi ha registrato una forte ripresa rispetto ad altre categorie, soprattutto per quanto riguarda i nuovi ordini.

I tassi BCE

Sulle aspettative di taglio dei tassi della BCE, gli investitori ora si aspettano una mossa sia a ottobre sia a dicembre. Ciò segue i segnali che la disinflazione sta continuando: l’inflazione dell’eurozona per i 12 mesi fino a settembre è scesa sotto il 2%, all’1,8%. Tuttavia, l’inflazione core è rimasta sopra il 2,7%. Allo stesso tempo, gli indicatori PMI avanzati sono crollati bruscamente, indicando un rallentamento economico in Germania e Francia in particolare. La sola Spagna rappresenta una eccezione degna di nota. I rendimenti dei titoli di Stato hanno ricominciato a salire grazie ai dati statunitensi piuttosto ottimistici, con il decennale dei Bonos spagnoli che, attestandosi al 3%, rende attualmente qualche punto base in meno del francese. In questo contesto gli indici azionari dei mercati della zona euro non stanno subendo effetti particolarmente di rilievo, con qualche eccezione particolare per il settore automobilistico che, nell’ultimo semestre, sta subendo perdite intorno al 20%, anche a seguito dei recenti avvertimenti sugli utili dei gruppi e dalle notizie di aumenti delle tasse in Francia e Italia.

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📸 Credits: Canva   

Articolo tratto dal numero del 15 ottobre 2024 de il Bollettino. Abbonati!